giovedì 13 marzo 2008

Tim Burton's Sweeny Todd

Tim Burton torna con uno dei suoi capolavori. Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street è nelle nostre sale cinematografiche ormai da due settimane e sarebbe un peccato lasciarselo sfuggire.


Burton è certamente uno dei pochi registi hollywoodiani veramente creativi e forse l’unico a risultare immediatamente riconoscibile persino ad un occhio poco attento. Anche in quest’ultima prova, sebbene per lui il musical sia una novità, se escludiamo i capolavori in stop-motion Nightmare Before Christmas e La sposa cadavere, la firma del regista è evidente. Soprattutto nei colori della pellicola, che passano dalle varie gradazioni di grigio delle atmosfere nebbiose e putrescenti di una Londra che più gotica non si può, agli sgargianti ed enfatizzati azzurro e verde dei paesaggi sognati dalla superba attrice Helena Carter (compagna del regista) che nel film recita la parte dell’innamoratissima complice del barbiere assassino, interpretato da un bravissimo Johnny Depp.

Memorabile la scena nella quale i due preparano il menù che verrà servito ai tavoli del loro ristorante discutendo sulle proprietà nutritive che le carni delle persone appartenenti alle varie classi sociali di Londra possono presentare: molti degli abitanti del quartiere verranno effettivamente sgozzati sulla poltrona del barbiere in cerca di vendetta e cucinati in un infernale forno sotto forma di succulenti pasticci di carne.

Johnny Depp, che non si aggiudica l’oscar come migliore attore protagonista vinto invece da Daniel Day-Lewis in Il Petroliere, si conferma uomo dell’ottocento per eccellenza e piazza una interpretazione magistrale, come sempre basata sulla sua eccezionale mimica, nella quale armato di rasoi d’argento ricorda immediatamente il pur sempre burtoniano Edward.

Rimpiangendo le musiche di Danny Elfman ci consoliamo con l’oscar degli italiani Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo che ci consentono di sperare che anche il talento italiano possa ogni tanto mostrare qualcosa di veramente apprezzabile.

Insomma, Burton trasforma il granguignolesco musical di Broadway in una delle meravigliose danze alle quali ci ha ormai abituato e nella quale poetici fiumi di sangue, rigorosamente rosso pastello, saranno apprezzati anche dai deboli di stomaco.

Articolo già pubblicato su www.messinanews.com.