domenica 26 dicembre 2010

Open-WRT su Fonera 2200

In questi giorni, mi serviva proprio un piccolo gateway che mi permettesse di collegare un dispositivo dotato di sola scheda Ethernet al mio router wireless dall'altra parte della casa. Proprio mentre pensavo ad una possibile soluzione a questo problema, mi è venuta in mente la piccola scatolina bianca che giaceva dimenticata in mezzo alle altre cianfrusaglie da ormai almeno 2 anni: la Fonera!

Essendo passato parecchio tempo (credo che il limite imposto dal produttore sia due anni a partire dall'acquisto prima di poter legalmente toccare qualcosa alla configurazione interna), ho pensato: perché non provare a piallare il firmware attuale e a piazzarci qualche altro ambiente un po' più familiare e soprattutto configurabile e controllabile a piacere? Detto fatto.

La procedura è molto semplice. Premetto che la mia Fonera è una FON2200. Se avete un modello diverso probabilmente la procedura sarà un tantino differente.

Per prima cosa, avrete necessità di resettare per benino la vostra Fonera in modo tale da tornare alla configurazione di base. Per far ciò, dovrete combattere un pochino con il tastino rosso di reset che potete trovare sulla parte inferiore del dispositivo:
  1. accendete la Fonera, senza collegare alcun cavo ethernet;
  2. aspettate che la luce power e quella wlan si accendano entrambe;
  3. tenete pressato il tastino di reset con una penna per 30 secondi circa;
  4. mentre continuate a tenere premuto il reset, staccate il cavetto di alimentazione;
  5. aspettate 30 secondi mantenendo pressato il pulsantino di rest;
  6. collegate il cavetto di alimentazione nuovamente;
  7. mantenete il reset premuto per altri 30 secondi;
  8. ripetere questa procedure almeno 2 o 3 volte in modo da essere sicuri di avere riportato la Fonera alla configurazione originale cancellando qualunque upgrade del firmware o configurazione particolare.
Dopo aver effettuato il reset del dispositivo controlliamo che tutto sia andato a buon fine. Per farlo, accendiamo la Fonera e, una volta che le luci power e wlan si sono nuovamente accese, agganciamoci alla sua rete wireless (solitamente il nome è MyPlace) e, aprendo un normale browser, colleghiamoci all'indirizzo 192.168.10.1. Se tutto è andato bene, dovrebbe aprirsi il pannello di controllo Web della Fonera e nella prima pagina dovrebbe essere indicata la versione del firmaware: 0.7.1r2. Se non è questa, ripetete la procedura di reset ancora fin quando non ottenete l'indicazione di questa versione del firmware. Se non ci riuscite, probabilmente la vostra non è una Fonera FON2200. Controllate bene la versione sulla parte inferiore del dispositivo.

Ora passiamo alla parte più interessante.

Come firmware da flashare sulla mia Fonera ho scelto Open-WRT e in particolare X-WRT che è perfettamente equivalente ma offre anche una utile interfaccia Web dalla quale configurare la maggior parte delle funzionalità del dispositivo.

Ecco una lista di tutto ciò che vi serve (ovviamente do per scontato che siete sotto Linux):
  1. Il software ap51-flash, che vi permette di flashare il nuovo firmware: scaricate il codice dal repository svn e compilatelo con i comandi:
    svn co http://dev.open-mesh.com/downloads/svn/ap51-flash/trunk ap51-flash
    cd ap51-flash
    make
    
  2. L'immagine del kernel di X-WRT (io ho usato l'ultima versione, la Kamikaze 8.09.2) che potete scaricare da qui
  3. Il filesystem di root per X-WRT scaricabile da qui.
Bene, ora che abbiamo tutti gli strumenti che ci servono possiamo metterci al lavoro. Seguite la procedura seguente e tutto andrà a buon fine:
  1. buttate giù tutte le vostre interfacce di rete ethernet e wireless in modo che queste non influenzino la procedura (do per scontato che sappiate farlo);
  2. con il cavetto di alimentazione staccato, collegate il vostro pc alla Fonera tramite cavo ethernet;
  3. lanciate da shell il comando:
    ./ap51-flash eth0 openwrt-atheros-root.squashfs openwrt-atheros-vmlinux.lzma
    
  4. ap51-flash dovrebbe partire e poi interrompersi aspettando che la Fonera si avvii;
  5. accendiamo la Fonera collegando il cavetto di alimentazione;
  6. ap51-flash dovrebbe risvegliarsi e proseguire nelle sue operazioni;
  7. aspettiamo da 10 a 20 minuti, il tempo necessario affinchè sia il kernel che il filesystem di root vengano scritti nella memoria flash;
  8. una volta terminato, ap51-flash riavvierà la Fonera con Open-WRT installato e funzionante.
Piccola spiegazione per chi vuole sapere quello che sta succedendo: quando avviamo la Fonera il suo bootloader (Redboot) setta l'indirizzo dell'interfaccia ethernet a 192.168.1.1 e si mette in ascolto sulla porta 9000 per circa due secondi prima di avviare il sistema operativo presente nella memoria flash. Il software ap51-flash non fa altro che instaurare una connessione telnet con Redboot, fermare il processo di boot e utilizzare i comandi appropriati del bootloader per scrivere le nuove immagini sulla flash.

Una volta riavviata la Fonera, potremo iniziare a giocare un pochino con Open-WRT. Per farlo, settiamo l'indirizzo della nostra interfaccia ethernet a 192.168.1.2 con netmask 255.255.255.0 e colleghiamoci in telnet al dispositivo sulla porta standard con un semplice:
telnet 192.168.1.1
Se vogliamo possiamo anche aprire un normale browser e collegarci allo stesso indirizzo. Si aprirà l'interfaccia Web di X-WRT che, per prima cosa, ci chiederà di cambiare la password di root. Fate attenzione che, da quel momento in poi, il telnet verrà disabilitato ma potremo collegarci alla Fonera con un semplice ssh:
ssh root@192.168.1.1
con la password appena settata.

In un prossimo posto spiegherò come ho configurato la Fonera per adattarla alle mie necessità.

venerdì 10 dicembre 2010

Aggiungere traccia audio mp3 a file avi

Ogni volta che mi serve aggiungere una traccia audio .mp3 ad un file .avi (sostituendo quella che c'è già) perdo un sacco di tempo a cercare su Internet. Sembra che non molti abbiano questo stesso problema su Linux ma lo segno lo stesso qui in modo da ricordarlo:

mencoder original.avi -o new.avi -ovc copy -oac copy -audiofile audio.mp3

Altri consigli utili su come usare opportunamente mencoder si possono trovare qui.

venerdì 3 dicembre 2010

Utilizzare il telecomando di Sky per qualunque televisore

Dopo aver comprato il mio televisore HD nuovo, mi ero ormai rassegnato ad utilizzare due telecomandi per gestire separatamente i canali analogici e digitale terrestre e quelli di Sky dato che la procedure descritta nel libretto di istruzioni del decoder non voleva sentirne di funzionare.

Fortunatamente, ho trovato qui la soluzione al mio problema e lo posto qui per ricordarmi la procedura corretta e non perderla nei meandri della rete:
  • a televisore spento, premere TV sul telecomando di Sky;
  • accendere il televisore col suo telecomando;
  • premere e tenere premuti OK e il TASTO ROSSO sul telecomando di Sky fino a quando il led rosso non lampeggia due volte;
  • premere il tasto TV sul telecomando di Sky e successivamente il tasto di accenzione/spegnimento; continuare a premere TV e il pulsante di accenzione/spegnimento fin quando il televisore non si spegne;
  • una volta che il televisore si è spento, premere subito il tasto OK sul telecomando di Sky per memorizzare il codice; il led dovrebbe lampeggiare due volte.
Ovviamente in questo modo non conosciamo il codice corretto per il televisore. A me la procedura ha funzionato dopo pochi tentativi quindi non sarebbe un problema ripeterla ogni qual volta il codice memorizzato va perso (ad esempio quando si scaricano le batterie del telecomando). Esiste comunque una procedura anche per scoprire il codice che si è appena memorizzato in modo da poterlo utilizzare con la procedura classica riportata sul libretto delle istruzioni del decoder Sky:
  • mentre state vedendo Sky, premete il tasto TV sul telecomando di Sky; il televisore dovrebbe andare in modalità TV.
  • premere e tenere premuti OK e il tasto rosso sul telecomando di Sky, fin quando il led non lampeggia due volte;
  • inserire il codice 990
  • premere 1 e contare i lampeggi del led sul telecomando; annotare il numero in moda da non scordarlo;
  • premere 2 e contare nuovamente i lampeggi;
  • ripetere la procedura premendo 3 e 4;
Il mio codice è 0672.

domenica 28 novembre 2010

Bibtex e lo stile della bibliografia IEEE

Linux e Latex sono due strumenti fantastici anche solo per il fatto che sono io a decidere come voglio che qualcosa si comporti, e non il computer. Ho una particolare esigenza? Sulla rete c'è una mole tale di documentazione che è impossibile non trovare informazioni su come impartire una certa istruzione al sistema in modo che faccia, esattamente, quello che voglio.

Oggi sto lavorando con Latex e Beamer e come stile della bibliografia ho scelto lo stile IEEE (IEEEtran.bst). Il problema di questo stile è che ha un comportamento particolare: se nella bibliografia vengono citati si seguito due articoli con i medesimi autori allora nel secondo i nomi di questi ultimi verranno sostituiti con dei trattini. Qualcosa di questo tipo:

C. Caio, and S. Sempronio, “Titolo dell'articolo”
in Conferenza, 2010, pp. 111–222.
——, “Titolo di un altro articolo con gli stessi autori” 
in Qualche altra conferenza, 2009, pp. 11–22.

Non so per quale assurdo motivo si comporti in questo modo. So che è veramente insopportabile.

Ecco come risolvere il problema.
Per prima cosa è necessario inserire nel file .bib incriminato la seguente direttiva: 

@IEEEtranBSTCTL{IEEEexample:BSTcontrol,
  CTLdash_repeated_names    = "no"
}

Per attivare la direttiva basta inserire nel documento Latex che utilizza quel file .bib il comando 

\bstctlcite{IEEEexample:BSTcontrol}

subito dopo l'inizio del documento (\begin{document}).

Il comando Latex \bstctlcite si trova nel pacchetto IEEEtrantools che potete scaricare da qui. Scaricate il file IEEEtrantools.sty, inseritelo da qualche parte nella vostra directory di lavoro e includetelo con il comando: 

\usepackage{style/IEEEtrantools}

Et voilà!

Beamer e Kile

Beamer è una classe Latex che permette di creare delle presentazioni davvero eccezzionali senza dover ricorrere ad odiati programmi WYSIWYG (What You See is What You Get) come Impress di OpenOffice o addirittura PowerPoint di Office.

Si può installare sotto Sabayon con un semplice:

sudo equo install beamer

Dopo averlo installato, per fare in modo che Kile non si lamenti con un

beamer.cls not found

e che voi usciate pazzi provando a capire per quale motivo avete installato Beamer ma Kile se ne frega, provate a dare un

sudo mktexlsr

e mi ringrazierete.

lunedì 22 novembre 2010

Il peccato originale

Leggo oggi sul Fatto Quotidiano un articolo di Luca Telese con allegato un video molto illuminante:


Io credo che non ci sia assolutamente alcun commento possibile se non una costatazione: una bambina che nasce in Italia da madre extracomunitaria ha un peccato originale che nessun battesimo le potrà togliere. Nessun vaccino, nessun certificato medico, niente assistenza sanitaria ordinaria, niente di niente.

E la Chiesa cosa fa?

A volta lavorare solo in silenzio non basta.

Oxygen scomparso da Sabayon

La stile di default per KDE 4 su Sabayon era sempre stato Oxygen. Se però decidete di formattare e reinstallare Sabayon da zero, come ho fatto io ultimamente, vi accorgerete che, tra gli stili riportati in System Settings -> Application Appearance -> Style, Oxygen non viene più elencato.

Tutti gli altri stili non sono all'altezza di Oxygen, soprattutto se, anche voi come me, vi eravate ormai abituati e non riuscite a sopportare le piccole differenze di aspetto nelle finestre e nel sistema in generale.

La soluzione? Semplicissima. Installate il pacchetto kde-base/kstyles con un bel

sudo equo install  kde-base/kstyles

e nel nostro elenco di stili comparirà nuovamente per magia Oxygen.

Se poi, anche voi come me, volete che tutto sia uniforme nel vostro sistema e, per esempio, non sopportate che applicazioni come Skype abbiano uno stile differente da tutto il resto nonostante siano Qt native, potete provare la seguente soluzione. Aprite Skype e andate sulle Opzioni. Nella sezione Generale viene lasciata la possibilità di scegliere lo stile ma, purtroppo, Oxygen non viene normalmente elencato, nonostante sia installato. 

Per risolvere provate a lanciare il comando qtconfig e selezionate da lì lo stile che volete venga utilizzato nelle applicazioni Qt.
Se selezionate Oxygen e riavviate Skype, vedrete che adesso lo stile è riportato nell'elenco ed è possibile selezionarlo.

Purtroppo Skype da qualche problema di visualizzazione utilizzando Oxygen (icone che escono dai bordi della finestra e cose di questo genere) per cui penso che per adesso tornerò allo stile di default.

venerdì 22 ottobre 2010

Il sonno fa brutti scherzi

Ogni tanto Napolitano si sveglia e, con ancora gli occhi impastati dal sonno e la bocca amara, si chiede dove si trova e cosa stava facendo. Poi, solitamente, scorge di fronte a sè un foglio di carta e lo firma senza nemmeno leggerlo, come per scacciare un brutto sogno, per poi ritornare a dormire. Altre volte, quando il sonno è stato particolarmente riposante e gli consente di tenere gli occhi aperti per più di cinque minuti e di parlare mettendo una dietro l'altra un paio di parole che gli sembrano avere senso, si esercita nel suo secondo sport preferito (dopo la firma carpiata con avvitamento doppio) ovvero il monito (detto anche moral dissuasion in inglese, che fa più figo). 

Ecco, oggi è uno di quei giorni fortunati.

Nei giorni come questo, Napolitano si sveglia e, come preso da un atavico e lancinante dubbio, si chiede cosa sia mai quella cosa strana e lontana nel tempo (quasi leggendaria) di cui stava sognando e di cui (ce l'ho proprio qui sulla punta della lingua!) purtroppo non ricorda il nome. Solitamente, osserva la sua grande biblioteca stracolma di pesanti volumi e tra questi trova la risposta al sua dilemma; scorge un libretto piuttosto sottile, quasi insignificante, vecchio, un po' sgualcito e tutto ad un tratto si alza, allunga la mano per prenderlo, lo osserva e ne legge il titolo, sulla copertina ingiallita: la Costituzione della Repubblica Italiana.

Vero! Esiste la Costituzione! Come ho fatto a dimenticarmene?

Solitamente, almeno nel mondo occidentale, fin da piccoli ci insegnano che, per iniziare a leggere un libro, si parte dalla prima pagina. Ma Napolitano oggi era in vena di essere alternativo. Forse avrà pensato: se leggo solo la fine (la dove dicono chi è l'assassino!), magari mi ricordo anche tutto il resto. Aprendo una delle ultime pagine, capisce al volo che quello che ha di fronte è qualcosa di importante (cavolo parla di me!):

Articolo 90
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.

Bellino. Quasi quasi ci faccio un monito! Uno di quelli pesanti. Non sia mai che dicano che non faccio il mio dovere! 

"Visto l'esito della discussione svoltasi sulla proposta di legge costituzionale e nell'imminenza della conclusione dell'esame referente, ritengo di dover esprimere profonde perplessità sulla conferma da parte della commissione della scelta d'innovare la normativa vigente prevedendo che la sospensione dei processi penali riguardi anche il presidente della Repubblica. Questa previsione non era del resto contenuta nella legge Alfano da me promulgata il 23 luglio 2008. Come già ribadito più volte, è mia intenzione rimanere estraneo nel corso dell'esame al merito di decisioni delle camere, specialmente allorché riguardino proposte d'iniziativa parlamentare e di natura costituzionale. Non posso peraltro fare a meno di rilevare che la decisione assunta dalla Commissione da lei presieduta incide, al di là della mia persona, sullo status complessivo del Presidente della Repubblica riducendone l’indipendenza nell’esercizio delle sue funzioni. Infatti tale decisione, che contrasta con la normativa vigente risultante dall’articolo 90 della Costituzione e da una costante prassi costituzionale, appare viziata da palese irragionevolezza nella parte in cui consente al Parlamento in seduta comune di far valere asserite responsabilità penali del Presidente della Repubblica a maggioranza semplice anche per atti diversi dalle fattispecie previste dal citato articolo 90."

Ah! Gliele ho cantate!

Purtroppo, a volte, i libri è meglio leggerli partendo dalla prima pagina. Se, infatti, Napolitano avesse aperto il libro dalla parte giusta, avrebbe probabilmente scorto un altro articolo, addirittura un po' più corto di quello da lui scoperto ma certamente più importante, su cui avrebbe potuto "monitare" in maniera più sensata:

Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità  sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Ma a volte si sa, il sonno fa brutti scherzi.

sabato 16 ottobre 2010

La vita in diretta

Sto seguendo il dibattito su TVTalk, ovviamente su Rai3 (sulle altre reti non fanno analisi così interessanti). Stanno parlando dell'ultima settimana televisiva italiana. Per combinazione, stavo proprio pensando di scrivere su questo argomento. E' da quando sono tornato a casa dagli Stati Uniti che penso di scrivere qualcosa sulla televisione in Italia. Direte: certo sei appena tornato dall'America, chissà che programmi interessanti ci sono sugli infiniti canali della TV via cavo made in U.S.A. Ebbene, è proprio tutto il contrario. Sono tornato e mi sembra di essere ancora lì. Quando sono arrivato negli Stati Uniti una delle prime cose che ho fatto è cercare di procurarmi una televisione. Ovviamente, la TV è uno degli strumenti migliori se vuoi abituare l'orecchio all'accento americano ma, onestamente, la mia scelta era motivata anche da un'altra componente: la curiosità. Volevo vedere con i miei occhi quello che ogni giorno gli "Omer Simpson" americani guardano in TV spiaggiati sui propri divani. Ecco, come qualunque altra cosa che ho visto negli Stati Uniti anche la TV mi ha profondamente deluso. In pratica non c'è nessuna differenza sostanziale con la televisione italiana: telegiornali che riempiono il cervello delle persone con quintali di cronaca nera, rosa, gialla,blu (e di qualunque altro colore si gradisca), programmi di approfondimento imbarazzanti e privi di qualunque ragione d'esistere, sport, sport e ancora sport.

Ieri ho avuto una discussione piuttosto accesa con alcuni amici. Sono molto contento di averla avuta perché è sintomo che ogni tanto siamo in grado di parlare di qualcosa di sensato. Dicevo, ho avuto questa discussione incentrata sull'argomento degli ultimi giorni: il caso Sarah Scazzi. In queste ultime settimane non si è parlato praticamente di nient'altro: girando tra i 7 principali canali della nostra TV generalista (ma preferirei utilizzare l'aggettivo qualunquista) c'è solo l'imbarazzo della scelta. Si passa dall'analisi pseudo sociologica a quella para psicologica, dalle interviste al fruttivendolo di fiducia alle lacrime in diretta degli amici e dei parenti, fino ad arrivare ai bocconcini per i palati più sopraffini: particolari e dettagli macabri su cosa indossava la ragazza al momento della morte o su cosa avrebbe fatto lo zio dopo averla uccisa (addirittura ieri comunicavano agli interessatissimi spettatori che lo zio, una volta seppellita la ragazzina, aveva avuto la sensibilità di dire due o tre Ave Maria).

Ora, nel momento in cui io sento cose di questo genere esco completamente fuori di testa. Non ci vedo più proprio. Mi chiedo: è così difficile capire che questo è solo fumo negli occhi? Esattamente, non più e non meno, ad esempio, del calcio? Siamo proprio sicuri che queste siano le cose di cui si dovrebbe parlare con questo livello di approfondimento? Siamo sicuri che la giustificazione "gli italiani sono stati sempre un po' guardoni" sia sufficiente per lasciar correre o addirittura appassionarsi a questo genere di cronaca?

Vi faccio alcune domande:

- Chi ricorda il nome del sindaco di Pollica ucciso dalla Camorra poco più di un mese fa?
- Chi ricorda il nome del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria della cui uccisione, avvenuta a Locri, ricorre oggi l'anniversario?
- Chi conosce qualche particolare della legge Finanziaria 2010-2011 appena approvata al Consiglio dei Ministri?
- Chi sa, esattamente, perché oggi a Roma ci sono circa 700 mila persone a manifestare insieme ai lavoratori della FIOM?

Ed eccoci all'ultima domanda, quella che da senso alle altre:

- Chi si ricorda il nome della ragazzina quindicenne di Avetrana uccisa dallo zio circa un mese fa e il nome di sua cugina che oggi è stata arrestata per concorso in omicidio.

Ecco le vostre probabili risposte danno il succo del mio discorso.

Aggiornamento del 17/10/10: Intervista  su SkyTG24 a un uomo che visita la tomba di Sarah Scazzi: "Venire qui, in diretta, è tutta un'altra cosa".

venerdì 1 ottobre 2010

Giampilieri

1° Ottobre 2009: l'acqua e il fango si portano via la vita di 37 persone. Pioveva si, ma non così forte. Ha piovuto a lungo forse, ma non era un uragano. Le persone qui muoiono, perché piove. Sembra una frase idiota ma è la pura verità. Forse è semplificare un po' troppo ma, è così: qui a Messina un anno fa 37 persone sono morte perché pioveva.

Non vi sembra la cosa più assurda del mondo?

Di chi è la colpa? Credo che a un anno di distanza sia anche giusto cercare di stabilire la responsabilità. Beh, voglio prendere spunto da questa vignetta disegnata da Lelio Bonaccorso per dire la mia.


Sono molto d'accordo con il fatto che questo paese ha bisogno di uomini e non politici. Ma più di ogni altra cosa sono d'accordo con la didascalia che Lelio ha messo a commento dell'immagine su Facebook: "Per chi non lo sapesse oggi è il triste anniversario della strage di Giampilieri a Messina. Strage di Stato aggiungo io, visto il menefreghismo e la sprezzante considerazione delle autorità nei confronti di terre, quelle del Sud, abbandonate al degrado, a cui a mio avviso si aggiunge la colpevole mancanza d'opposizione di noi cittadini. Almeno non prima che una tragedia prenda forma. Pubblico questo manifesto che disegnai l'anno scorso spinto dalla rabbia per ciò che vidi... manifesto e protagonisti vecchi tanto quanto attuali."

Ecco, vorrei commentare soprattutto la frase in grassetto e vorrei dire: è soprattutto colpa nostra. Per semplificare, da questo momento in poi vorrei dividere la storia in buoni e onesti, e in cattivi e disonesti. Tanto per banalizzare un poco, potremmo dire che, alla fin fine, i cattivi e i disonesti fanno benissimo il loro mestiere mentre i buoni e gli onesti non fanno assolutamente nulla. Forse mi ripeto, ma crediamo veramente che questi cosiddetta "classe dirigente" farà qualcosa per il benessere dei cittadini. Siamo convinti che queste persone abbiano veramente a cuore le sorti del nostro sud? Ovviamente no.

Ma il problema, a mio avviso, non è li. Loro fanno solo il loro sporco mestiere. Ci vuole tanto a capire che loro, in fondo in fondo, stanno facendo solo quello che il loro copione gli impone di fare. Veramente, io non me la prendo con loro. Ho superato questa fase. Anzi, vorrei anche dire che, in fondo, loro sono anche bravi nel loro sporco mestiere. Non potremmo aspettarci niente di meglio da loro. Non dobbiamo aspettarci niente da loro. Dobbiamo prendercelo da noi.

In matematica c'è qualcosa che si chiama implicazione: da A segue B ma da B non segue necessariamente A. Si chiama condizione necessaria ma non sufficiente. Ecco io porrei come condizione A "i cittadini se ne fregano e finché va tutto bene si fanno gli affari propri" e come condizione B "i politici e la classe dirigente si fanno SOLO i fatti loro". Certamente, almeno secondo me, da A segue B. Ma io vorrei andare oltre e dire: A non è solo condizione necessaria, è anche sufficiente. Si chiama coimplicazione. A è condizione necessaria e sufficiente per B e B è condizione necessaria e sufficiente per A. Secondo me, è il nostro caso.

Se non ci fosse cittadini che se ne fregano, che a volte sono anche conniventi, che non fanno bene il loro lavoro, che fanno e chiedono favori, che (e qui mi odierete) costruiscono dove non devono e poi approfittano dei condoni, che si fanno i fatti propri finché non succede qualcosa, non ci sarebbe neanche la classe dirigente che abbiamo adesso. Se c'è la classe dirigente che abbiamo adesso è perché NOI non facciamo assolutamente NIENTE. Si, certo, possiamo andare a manifestare ogni tanto. Quando c'è qualche anniversario siamo tutti lì a piangerci addosso. Ma il giorno dopo? Manifestare può servire, commemorare è dovuto e giusto. Ma non può bastare.

Ogni singolo giorno dovremmo fare la differenza. Certo in un paese normale non sarebbe richiesto. In un paese normale potremmo semplicemente dedicarci alle nostre vite con serenità perché tutte queste cose sarebbero già metabolizzate da tempo e applicate senza accorgersene.

Quando, finalmente, metabolizzeremo che il vero potere ce l'abbiamo noi allora non dovremo più piangere morti.

P.S.
Ad esempio, stiamo tutti aspettando il grosso terremoto nell'area nord orientale dalla sicilia. E' passato più di un secolo dal terremoto del 1908 e sappiamo tutti che, prima o poi, ce ne sarà un altro. Sappiamo tutti che sarà un terremoto grosso. Non sarà certo una pioggia di una notte.

Ma, nonostante tutto, non stiamo facendo assolutamente niente.

Io sono convinto che piangeremo di nuovo. E poi faremo commemorazioni.

domenica 26 settembre 2010

Fini o non Fini? Questo è il dilemma.

Ieri, l'attuale Presidente della Camera ha finalmente deciso di fornire una spiegazione ai suoi elettori e all'intero paese su quello che è ormai noto come l'affare della casa di Montecarlo.
Ecco il video:



Forse mi sarò rincoglionito ma io, in fondo in fondo, gli credo.

Ho particolarmente apprezzato il tono calmo e pacato con cui Fini ha deciso di affrontare la situazione. Voglio dire: si nota abbastanza la differenza, in termini di tecnica comunicativa, tra lui e Berlusconi o tra lui e Di Pietro, ad esempio. Lo vedo più vicino a Vendola, da questo punto di vista (anche se credo proprio che le somiglianze terminino qui). Il discorso è impeccabile, chiaro, comprensibile, senza nessuna sbavatura, calmo ma sufficientemente serio e preciso da dare l'impressione che egli sia effettivamente amareggiato dalla situazione.

Ho letto in giro che molti vedono le spiegazioni di Fini come non sufficientemente dettagliate e troppo fumose per essere credibili. Ma se ci si pensa bene, troppi dettagli su una faccenda di questo tipo sarebbero risultati sospetti. In effetti, la principale giustificazione di Fini è che lui non conosceva nei dettagli l'operazione, si è fidato di Tulliani e ha peccato di ingenuità. Se cioè fosse vero, egli non avrebbe altro modo di dimostrarlo. Tentare di inserire più dettagli sarebbe stato come svelare indirettamente di stare mentendo.

D'altra parte, rischiando di sembrare superficiale, devo dire che più dettagli tecnici sulla questione non mi sarebbero realmente interessati. Come lo stesso Fini dice, il problema è talmente banale e realmente poco significativo dal punto di vista istituzionale e politico (non c'è alcun staccio di reato ed è comunque un affare privato che nulla ha a che vedere con denaro pubblico) che, in realtà, non è questo l'argomento che voglio effettivamente affrontare.

Il punto su cui voglio ragionare è un altro ed è, come sempre, molto semplice. In quest'ultimo periodo, Fini si è improvvisamente svegliato e ha cominciato a parlare "di cultura della legalità, di legge uguale per tutti, di garantismo che non può essere impunità, di riforma della giustizia per i cittadini e non per risolvere problemi personali". Fin qui tutto bene, tutto perfetto, grande! Ma, pensandoci un po' su, questo non può bastare.

Quando ho saputo che Fini avrebbe registrato un video messaggio che sarebbe stato trasmesso su Internet ho pensato: forse è la volta buona in cui ci spiega perché negli ultimi quindici anni ha, senza soluzione di continuità, appoggiato tutte le leggi vergogna e ad-personam concepite dalla mente di Berlusconi e dei suoi faccendieri. Forse, ho pensato, ci dirà: l'ho fatto per questo, per quello e per quell'altro motivo, mi sono sbagliato, mi pento e vi chiedo scusa. In particolare: vi chiedo scusa per aver contribuito pesantemente a distruggere tutto ciò di cui ora parlo come assolutamente necessario e imprescindibile. Ma lui non lo ha fatto.

In effetti, ragionandoci meglio, anche se Fini un giorno si svegliasse e dicesse: "invece di registrare un video messaggio su un argomento banale e poco significativo come un appartamento a Montecarlo (sembra un film di serie B ma è l'Italia) oggi voglio realmente dare una risposta a tutti quelli che da un paio di mesi a questa parte si domandano che cosa mi sta passando realmente per la testa", noi lo staremmo realmente a ascoltare? Qualunque cosa egli possa dire, infatti, noi non potremmo fare a meno di pensare: "Fini, non sei molto diverso dagli smidollati della prima Repubblica che un giorno prima della fine di Craxi, quando ormai era chiaro che era meglio salvarsi la pelle e collaborare con la magistratura, hanno deciso di cominciare a cantare come tanti uccellini dichiarando eterno pentimento".

Vedi caro Gianfranco, il punto è proprio questo. Non è quello che realmente dici o la tua sincerità a definirti. Purtroppo in politica a definirti è quello che hai fatto, che fai e che farai. E tu ti sei bruciato un po' troppo.

mercoledì 22 settembre 2010

Scaricare fotografie da Picasa

Se, come è successo a me, avete bisogno di scaricare parecchie foto da un album Picasa di un amico vi capiterà, come prima cosa, di cliccare istintivamente sul pulsante Download nella barra sopra l'album per poi scoprire che avete bisogno di installare Picasa sul vostro pc per far funzionare il tutto.

Dato che non sopporto quando sono obbligato a fare qualcosa e soprattutto quando a obbligarmi è Google, ho dato un'occhiata veloce su Internet e ho trovato un'altra soluzione. Esiste un plugin molto utile per Firefox chiamato DownloadThemAll. Scaricatelo da qui: http://www.downthemall.net.

Una volta scaricato DownloadThemAll e riavviato il browser basterà andare nella pagina dell'album, cliccare su RSS e, nella nuova pagina che vi apparirà, cliccare con il tasto destro in un qualunque punto e selezionare DownloadThemAll. Il plugin vi chiederà che tipo di contenuti volete scaricare. Selezionate solo l'opzione Immagini deselezionando tutto il resto. A questo punto scegliete dove scaricare le foto (create una nuova directory altrimenti vi ritroverete le immagini sparse ovunque!) e poi cliccate su Start.

In pochi secondi vi ritroverete le foto nella directory selezionata senza uscire pazzi con Picasa, i suoi album e la sua prepotenza.

mercoledì 1 settembre 2010

Proprietà privata

"Ah che bello! Ho finito quello che dovevo fare per il mio professore! Ora posso rilassarmi un paio di minuti dando un'occhiata alla mia bacheca su Facebook!"

Ma quando mai! Ma è mai possibile che mi devo fare il sangue acido anche quando cerco di rilassarmi? Dicevo, accedo alla mia pagina di Facebook ed ecco che mi si parano d'avanti ben due notizie una di seguito all'altra.

La prima è tratta da www.infomessina.it:

http://www.infomessina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=12340%3Ablitz-allex-inceneritore-di-s-raineri-arrestati-3-extracomunitari&catid=40%3Anews&Itemid=2

Molto brevemente, ci sono questi 8 poverazzi che se ne stanno tranquillamente al riparo all'interno della struttura dell'ex-incenerito di S.Raineri. Alcuni sono clandestini con un provvedimento di espulsione già emesso a loro carico. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Centro e quelli della Stazione di Messina Arcivescovado fanno un blitz (manco fossero un pericoloso gruppo terroristico) e li arrestano con l'accusa di aver abusivamente occupato un'area privata. Tecnicamente per "invasione di terreni o edifici". Prestate molta attenzione alla denominazione del reato perché ci ritorno.

Primo commento: ma i politici e gli amministratori che hanno realizzato l'obbrobrio di un inceneritore costruito sulle mura della vecchia cittadella, mai collaudato e quindi mai utilizzato, ormai in completo disfacimento, nessuno ha mai pensato di arrestarli per invasione di terreni?

La seconda notizia viene da www.noponte.it:

http://www.noponte.it/2010/08/vogliono-entrare-con-prepotenza.html


In pratica "In data odierna è giunta comunicazione agli intestatari degli immobili dei condomini DUE TORRI e TORRE FARO della autorizzazione, da parte del Dirigente Delegato per le Espropriazioni della Società Stretto di Messina S.p.a., ad introdursi all’interno dei suddetti condomini, al fine di transitare con mezzi d’opera ed indagini geognostiche...".

Ora io dico: ma stiamo scherzando? Non si configura questa come "invasione di terreni o edifici"? Oppure loro sono autorizzati a farlo in nome dell' "interesse primario" della costruzione del ponte? "Interesse primario" di chi? Di Impregilo? Di Stretto di Messina S.p.a.?

E il bello è che ho letto anche, da qualche altra parte, che se i condomini dei due condomini opporranno resistenza come, hanno giustamente intenzione di fare, quelli dello Stretto di Messina entreranno con la forza scortati dalle forze di polizia.

Assolutamente meraviglioso: le stesse forze dell'ordine che buttano fuori da un edificio assolutamente inutile 8 poveracci, il cui unico reato è quello di non avere una casa, aiuterà una società miliardaria e assolutamente inutile (come il ponte che vogliono costruire) ad entrare nella casa delle persone per perforargli il giardino e fargli respirare azoto liquido!

Ma è un film dell'orrore o cosa?

lunedì 9 agosto 2010

Barre grigie lampeggianti su Facebook?

Da un po' di tempo, precisamente dall'ultimo aggiornamento di Firefox, mi sono trovato ad avere strani problemi di visualizzazione quando navigo sulle pagine di Facebook. Improvvisamente barre verticali grige iniziano a lampeggiare occupando gran parte della pagina e rendendo davvero fastidiosa se non impossibile la lettura.

Contemporaneamente mi sono accorto che non riesco più a scorrere le pagine semplicemente utilizzando le freccette direzionali. Prima di poter scorrere un testo che sto leggendo devo cliccarci sopra per far apparire un cursore. Dopo di che sono in grado di far scendere il cursore lungo il testo con le freccette. Anche questo piuttosto fastidioso.

Non so se siano problemi relativi alla sola versione di Firefox per Linux ma so che ho trovato una soluzione. Andando su Modifica -> Preferenze -> Avanzate -> Generali ho tolto la spunta dall'opzione "Utilizza sempre il cursore per navigare all'interno delle pagine" o qualcosa del genere (io ho la versione inglese di Firefox).

Fatto questo sono magicamente spariti entrambi i problemi.

lunedì 12 aprile 2010

Io sto con Emergency

In questi giorni si sta assistendo ad un teatrino veramente grottesco. Come spero sappiate ormai un po' tutti, l'associazione Emergency, fondata da Gino Strada, è al centro delle cronache per l'arresto di tre suoi operatori italiani in Afghanistan (Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani), accusati dal governo locale di un complotto per uccidere il governatore della regione Helmand. Penso che non ci voglia molto per capire il motivo di queste infamanti accuse. Sono un sostenitore di Emergency da parecchi anni. Sulla tessera di quest'anno c'è scritto: "Io ripudio la guerra. Emergency è la mia idea di Pace". Ecco, è proprio questa la ragione di queste indegne manovre politiche (perché non sono altro che questo). Emergency sbatte in faccia, giorno dopo giorno, la tragedia della guerra a chi non la vuole o non la sa vedere. Fa capire con il proprio lavoro che le missioni, cosiddette di pace, alle quali partecipa anche il nostro paese, in realtà non fanno altro che portare morte e dolore. Proprio in questo momento sto ascoltando al telegiornale che le autorità afghane hanno dichiarato che le notizie sulle presunte confessioni da parte dei tre medici italiani sono assolutamente infondate. Ma il danno ormai è fatto, l'obbiettivo è raggiunto. Per la maggior parte delle persone in Italia (quelle lobotomizzate dalla televisione), Emergency ormai significherà complicità con i terroristi, aiuto e appoggio ai talebani (come se non fosse, in ogni caso, giusto aiutare chiunque da qualunque parte delle trincee si trovi).

Per fortuna esiste la Rete. Vi invito a firmare la petizione online sul sito di Emergency, che in queste ore è spesso irraggiungibile per l'elevato numero di accessi (provate e riprovate, prima o poi riuscirete ad accedere). C'è inoltre una pagina su facebook: diventate fan di Io sto con Emergency. Inoltre se avete un blog, un sito o direttamente sulla vostra bacheca di Facebook vi invito a condividere il seguente video e tutti quelli che troverete. Purtroppo saranno quasi sempre video di Sky TG 24 dato che quasi tutti gli altri telegiornali del sistema hanno pensato bene di non trasmettere alcuna dichiarazione di Gino Strada che potesse far aprire gli occhi alle persone.



Infine,volevo personalmente rispondere a queste dichiarazioni di Gasparri:

"Sul caso Emergency-Afghanistan il governo italiano deve intervenire, ma per le ragioni opposte a quelle citate da certi personaggi. Già in occasione di altre vicende emersero opinabili posizioni e contatti di questa organizzazione. Ora che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si è visto chiaramente su tutte le televisioni. Il nostro governo deve tutelare la reputazione dell’Italia che impegna le proprie Forze armate in Afghanistan e in altre parti del mondo a tutela della pace e della libertà minacciate dal terrorismo. Chi dovesse vigilare poco, e siamo generosi a limitarci a questo, crea un gravissimo danno. Ci riferiamo ad Emergency. L’Italia non può essere danneggiata da queste situazioni. La nostra linea è chiara. Quella di altri no".

Caro Gasparri sono le persone come lei, come il suo padrone Berlusconi, come i suoi "amici" della Lega, come quelle nullità del PD ad essere un danno e una vergogna per l'Italia. Nonché tutte le altre persone, io per primo, che vivono la propria vita chiusi in se stessi e pensando agli affari propri sempre e comunque. I medici di Emergency sono un vanto e un esempio per l'Italia: sono persone che mettono in gioco tutto, lasciano le proprie comodità, lavorano gratis e salvano vite umane. Lei esattamente cosa fa dalla mattina alla sera, oltre a sparare cazzate?

sabato 20 marzo 2010

Siamo qui per il mio... ehmmm... nostro diritto a non essere spiati!

Sto guardando, in questo momento, la diretta di Sky TG24 sulla manifestazione del Popolo della Libertà a Roma. Non hanno dato, ancora, nessun numero certo ma dalle inquadrature dall'alto, che ogni tanto vengono trasmesse, non sembra ci sia moltissima gente. Sicuramente una cosa spicca: il colore uniforme delle bandiere. Nell'ultimo periodo ci ho riflettuto molto e sono sempre più convinto che preservare le diversità sia l'unica speranza per costruire qualcosa di sensato e duraturo. Per questo, la prima cosa che mi viene in mente guardando questo "spettacolo" è che un mare di bandiere bianche tutte uguali non può che essere, a parte tutte le considerazioni politiche e le critiche che possono essere sollevate sul merito di ciò che viene detto dal palco, intrinsecamente, intimamente, per propria natura oltremodo deleterio. Mi si potrebbe dire: è la manifestazione di un solo partito, che ti aspettavi? Ovvio, ed è proprio questo il punto.

Oggi Di Pietro (a differenza di Bersani che spicca sempre per la sua capacità di sbagliare calci di rigore a porta vuota) ha detto qualcosa di molto intelligente, a mio parere, a tal proposito. Ha detto che un partito che si trovi a governare non ha alcun motivo per manifestare. Se manifesta rinnega sé stesso. Per definizione: il Governo governa, l'opposizione manifesta. E, infatti, l'opposizione riunisce in sé tante anime, tante opinioni, tanti modi diversi di vedere la stessa cosa, tanti partiti per entrare nel concreto. Alla manifestazione del 13 marzo c'erano bandiere di tutti i colori. La cosa aveva un senso proprio per la sua eterogeneità. Una manifestazione che unisce persone che la pensano, in generale, diversamente e che spinge queste persone a guardare tutte ad un obbiettivo comune ha un senso. Una manifestazione in cui tutti cantano "meno male che Silvio c'è" è inutile, è populismo, è un forma di venerazione pagana, è un flash mob, è qualunque altra cosa ma sicuramente non è politica, non è democrazia, non è partecipazione, non costruisce niente.

Senza contare che, ho il sospetto, la gente le bandiere non le ha neanche portate da casa. Sono state, probabilmente, distribuite sul posto a camionate. D'altra parte i mezzi ci sono, perché non sfruttarli? Questo pensiero si rafforza quando vedo le inquadrature dall'alto. Quasi tutte persone anziane; giovani, pochissimi. Poi inquadrano le prime file. E qui il dubbio diventa certezza. Stranamente, chissà perché, nelle prime file ci sono solo ragazze bellissime, tutte con il cappellino bianco e una magliettina con una scritta diversa, ma comunque inneggiante a Silvio. Tutte perfette, tutte pronte per essere inquadrate. D'altra parte, si erano già sentite in giro voci sul fatto che fossero stati promessi soldi a ragazze disoccupate affinché si presentassero a Roma per la manifestazione. Potete leggere il tutto qui e qui. Le inquadrature non fanno altro che confermare questi sospetti. Ma i potenti mezzi del PDL sono arrivati oltre: migliaia di sms firmati Silvio Berlusconi sono stati mandati, in maniera apparentemente casuale, per invitare più persone possibile ad essere presenti. C'è già chi sporge denuncia, non sapendo come il proprio numero di cellulare sia finito nelle mani di Silvio. Potete leggere di questo qui.

Dopo aver discusso parecchio sulla forma, passiamo ai contenuti. Nei pochi minuti in cui sono riuscito a seguire il suo discorso senza essere colto da malore, Silvio ha parlato delle liste del PDL nel Lazio e di come queste andassero accettate, al di là di ogni regola e/o condizione di legge, solo perché il suo è il partito più grosso del paese. E non si è vergognato di mascherare tutto questo con il diritto della gente a poter votare per chi crede. Ha parlato del proprio bisogno insaziabile di farsi gli affari propri e di utilizzare il proprio potere per fare pressioni su organi che dovrebbero essere indipendenti (lo ha ammesso lui stesso) nel tentativo di eliminare chi non è d'accordo con lui. E non si è vergognato di nasconderlo dietro il diritto di tutti a non essere spiati.

Ora, in una giornata in cui si è manifestato, sempre a Roma, per l'acqua pubblica e contro il decreto Ronchi (leggete qui) e, a Milano, per la Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie (date un'occhiata qui), non ci sarebbe neanche bisogno di far notare la differenza. In un paese normale, abitato da cittadini ancora dotati di un cervello e della capacità di discriminare, non sarebbe neanche necessario paragonare le istanze legittime della società civile, su temi fondamentali quali i diritti primari e la legalità, con le urla di un vecchietto che difende il proprio potere ormai vacillante (si spera). Ma proprio perché noi non viviamo in un paese normale è necessario precisare. E' necessario puntualizzare. E' necessario, secondo me, evidenziare le differenze tra le altre manifestazioni che si sono tenute oggi e quella del Popolo della Libertà. E la differenza è una e una sola: le uniche cose di cui Silvio Berlusconi è in grado di parlare sono i propri interessi personali o, al massimo quelli del suo partito. Ed è disposto a spendere una marea di soldi per poter poterlo fare in pubblico.

martedì 16 marzo 2010

Inserire pulsanti di condivisione per i Social Networks su Blogger

Oggi ho ricevuto una mail di invito su FriendFeed da parte di una mia amica. Dato che non ero iscritto, e in realtà non sapevo neanche cos'era, ho deciso di dare un'occhiata. Da oggi, quindi, sono presente anche su FriendFeed: finirà che la mia vita sarà più interessante sul Web che nel mondo reale! A parte gli scherzi, la cosa più importante di tutte è che mi sono reso conto che sul mio blog non era presente il pulsante per condividere i contenuti dei miei post su FriendFeed: avevo il pulsante per Facebook, Twitter, Delicious e un milione di altri social/bookmarking/news/video/etc. network ma FriendFeed mi mancava.

Ho cercato un po' in giro sulla rete e ho trovato il codice html relativo al pulsante per FriendFeed da inserire opportunamente su Blogger. Ho anche pensato che non avevo mai scritto un post su come farlo. Quindi eccoci qui. Come vedete, sotto ogni mio post, sono presenti una marea di pulsanti per condividere sui vari network il contenuto del post. Come inserirli? Niente di più facile (una volta che hai trovato chi te lo spiega!).

Aprite il vostro blog e cliccate sul pulsante Personalizza in alto a destra. Quindi andate su Layout e cliccate su Modifica Html. Nella pagina che vi si apre mettete la spunta su Espandi modelli widget. A quel punto potete modificare il codice html della pagina relativa a ogni vostro post. E' conveniente salvare il modello prima di fare modifiche per evitare problemi se sbagliate qualcosa. A questo punto basta scorrere il codice fino a trovare la riga contenente. Sotto questo riga potete tranquillamente incollare il codice che trovate qui (grazie a Parsifal32 per la spiegazione del metodo, per il codice e per la condivisione delle icone).

Come forse noterete nel codice non è presente né il pulsante per Twitter né quello per FriendFeed. Basta aggiungere il seguente codice:

<a expr:href='"http://twitthis.com/twit?url=" + data:post.url' rel='external nofollow' target='_blank'><img alt='Twitter' src='http://t9pysw.blu.livefilestore.com/y1pAp1tsD3PgXgesBdYmWimF515kypGLQV8PskQRL1lzXTSm-E8SjGAtVmU6iWEh4Y3ODOs2wRQMHURDV8bB2LF6bmaeLiz0YQG/twitter-icona16x16.gif'/></a>

<a expr:href='"http://friendfeed.com/?url=" + data:post.url + "&title=" + data:post.title' target='_blank'><img alt='share su Facebook' border='0' src='http://friendfeed.com/static/images/icons/internal.png'/></a>

Che ho trovato qui e qui e modificato un pochino per far funzionare il tutto (dato che soprattutto quello di FriendFeed mi dava problemi). A questo punto avrete anche voi tutti questi bellissimi pulsantini colorati che faranno la gioia dei vostri lettori networkizzati.

lunedì 15 marzo 2010

Oggi mi sento come lui

"Avrei bisogno anche io di un “decreto interpretativo” che mi chiarisse, finalmente, perché ho sempre pagato le tasse. Perché passo con il verde e mi fermo con il rosso. Perché pago di tasca mia viaggi, case, automobili, alberghi. Perché non ho un corista vaticano di fiducia che mi fornisca il listino aggiornato delle mig..tte o dei mign..ti. Perché se un tribunale mi convoca (ai giornalisti capita) non ho legittimi impedimenti da opporre. Perché pago un garage per metterci la macchina invece di lasciarla sul marciapiede in divieto di sosta come la metà dei miei vicini di casa. Perché considero ovvio rilasciare fattura se nei negozi devo insistere per avere la ricevuta fiscale. Perché devo spiegare a chi mi chiede sbalordito “ma le serve la ricevuta?” che non è che serva a me, serve alla legge. Perché non ho mai dovuto condonare un fico secco. Perché non ho mai avuto capitali all´estero. Perché non ho un sottobanco, non ho sottofondi, non ho sottintesi, e se mi intercettano il peggio che possono dire è che sparo ca..ate al telefono.
Io - insieme a qualche altro milione di italiani - sono l´incarnazione di un´anomalia. Rappresento l´inspiegabile. Dunque avrei bisogno di un decreto interpretativo ad personam che chiarisse perché sono così imbecille da credere ancora nelle leggi e nello Stato."

Michele Serra (Repubblica 07/03/10)

domenica 14 marzo 2010

Completamento automatico per Equo

In questi giorni mi stavo chiedendo come mai aprendo una normale Konsole di KDE il completamento automatico di Equo non mi funzionava mentre aprendo uno dei terminali di sistema (Ctrl-Alt-F1 per intenderci) allora tutto funzionava tranquillamente (ed era anche piuttosto figo).
Cercando su Internet ho trovato qual'è il problema e anche la soluzione.
Basta fare così:
  • Aprite una Konsole di KDE
  • Andate su Settings -> Edit Current Profile...
  • Sul tab General vedrete Command: /bin/bash. E' necessario aggiungere un --login. Dovrete quindi mettere /bin/bash --login.
  • Se non lo avete già fatto lanciate da root un:
    # eselect bashcomp enable --global equo
  • Ora killate tutte le bash lanciando sempre da root un:
    # killall -9 bash
  • Ora chiudendo la Konsole appena uccisa e lanciandone una nuova il tutto vi dovrebbe funzionare
Provate a scrivere da utente un:
$ equo search sky
e poi date due colpi di Tab. Dovreste vedere un elenco dei pacchetti nel cui nome è contenuta la parola sky. Il tutto funziona anche con i parametri di Equo ovvero se ad esempio digitate:
$ equo i
e poi date due colpi di Tab la bash vi completerà in
$equo install
Figo no?

sabato 13 marzo 2010

Non funziona così neanche nello Zimbabwe

Stavo facendo una piccola pausa dal lavoro e un lavoratore medio che lavora a casa e fa la sua meritata pausa dopo ore davanti al computer di solito cosa fa? Semplice: accende la TV. Purtroppo in questo paese non si può fare neanche questo. Infatti se accendi la TV rischi che la tua pausa si trasformi in un inferno. Soprattutto se ancora non ti sei rassegnato alle cose assurde che vedi in giro.

Dicevo, accendo la TV e faccio un po' di zapping tra SkyTG24 e Rai Tre: gli unici due canali che guardo in questo periodo. Mi appare la seguente citazione a tutto schermo: "Non funziona così neanche nello Zimbabwe" (Mauro Masi, direttore generale della Rai). Vado a cercare di che programma si tratta e vedo che è l'anteprima di "Che tempo che fa". In questo momento mentre scrivo Fabio Fazio sta intervistando l'attuale direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.

Lasciando perdere il fatto che intervistare Ferruccio De Bortoli sull'argomento del momento, ovvero l'indipendenza dell'informazione dalla politica, mi sembra assolutamente appropriato (il Corriere della Sera si mette in evidenza per la sua indipendenza così tanto che Travaglio ad esempio lo chiama Pompiere della sera) mi incuriosisce la frase di cui sopra quindi vado a dare un'occhiata su Internet per capire cosa mi sono perso. Becco subito questo articolo di Repubblica che vi incollo. Leggete e fatevi una pausa anche voi:

"Voglio una lettera, bloccate tutto" E a Santoro: "Per te una multa del 3%"

TRANI - Silvio Berlusconi non ne poteva più. "Basta con i processi che si tengono in televisione. Sono inaccettabili". C'era bisogno di fermare quei "pollai". Parlava così il presidente del consiglio al telefono con il commissario dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi, ascoltato dai finanzieri baresi. Il premier era su tutte le furie con l'Authority, incapace di bloccare Annozero come invece lui pretendeva.

Un pressing continuo, asfissiante. Il premier, in base alle carte, chiede a Innocenzi di attivarsi con il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò : "Devi convincerlo a scrivere una lettera a Michele Santoro", insiste, che sottolinei i rischi insiti in una trasmissione che parli del processo Mills senza sufficiente contraddittorio. Innocenzi esegue, ed informa il presidente del consiglio dei progressi che sta facendo. Progressi scarsi, in verità, perché alla fine Calabrò la famosa lettera di avvertimento a Santoro non la firmerà mai. Berlusconi è irritato, e con Innocenzi non è diplomatico: azioni inutili. Allora cambia strategia e fa intervenire il direttore generale della Rai Mauro Masi. Sarà lui , pur sbottando ("Queste cose, nemmeno in Zimbabwe") a parlare con Santoro, agitando lo spettro di una supermulta: " Se saremo querelati, avrai una sanzione pari al 3% del risarcimento che la Rai sarà costretta a pagare". Missione inutile anche questa, la trasmissione andrà comunque in onda.

Secondo il sostituto procuratore di Trani, Michele Ruggiero, Innocenzi avrebbe violato i doveri di imparzialità di un pubblico ufficiale. Da qui la richiesta di interdizione, firmata ieri, che però ha aperto l'ennesima ferita nel suo rapporto con il procuratore capo, Carlo Maria Capristo. Non è un mistero che questa inchiesta abbia fortemente incrinato i rapporti tra i due. Capristo - che ieri si è trincerato in un secco e cortese "no comment" - non era d'accordo sull'impostazione dell'inchiesta: aveva sollevato problemi di competenza e sulla classificazione del reato. Il problema non sarebbe soltanto la posizione di Innocenzi. Nell'ufficio del sostituto procuratore negli scorsi giorni sarebbe rimbalzata la possibilità di chiedere una misura interdittiva anche per il presidente del Consiglio, sulla base delle intercettazioni telefoniche definite "pesantissime" dagli investigatori. Un'ipotesi questa definita come "impensabile" da Capristo che avrebbe dovuto controfirmarla.

Il discorso era comunque aperto, anche perché l'indagine aveva un altro calendario: qualsiasi decisione doveva arrivare dopo le elezioni regionali. Ieri, però, la fuga di notizie (è stato aperto un fascicolo parallelo) ha cambiato le carte in tavola. Imponendo una rapidissima accelerata all'indagine. Alle nove della mattina è arrivata dalla cancelleria di Ruggiero sul tavolo del gip, Roberto Oliveri del Castillo, in busta chiusa, una richiesta dall'ufficio del pm. Dopo c'è stato un vertice di quasi due ore tra Ruggiero e Capristo al termine del quale il procuratore è andato via mentre il suo sostituto è tornato in stanza dove lo aspettava la Guardia di finanza.

Per tutta la giornata, nella caserma di Bari, i finanzieri hanno trascritto decine e decine di intercettazioni telefoniche (oggi esistono soltanto i brogliacci) e preparato le informative che verranno depositate a breve. La prossima settimana ci saranno anche nuovi interrogatori: martedì è fissato quello di Michele Santoro, chiamato come persona informata sui fatti. E probabilmente non sarà il solo.

Intanto - ma forse è soltanto un caso - nei giorni scorsi il procuratore Capristo ha cambiato a sorpresa i pool di lavoro dei sostituti procuratori: Ruggiero dal 15 marzo non si occuperà più di pubblica amministrazione ma di reati finanziari. Ruggiero è a Trani da quattro anni all'incirca. È considerato un pm rigoroso ma aggressivo: negli ultimi anni ha condotto indagini che hanno fatto molto parlare come quelle sulla corruzione nell'ispettorato del lavoro o sulla sofisticazione degli oli.

Capristo - un passato da pm a Bari dove, tra le altre cose, condusse l'accusa nel processo per il rogo del teatro Petruzzelli - è invece a Trani da poco più di un anno. La sua nomina è stata al centro di un'inchiesta della procura di Roma e del tribunale dei ministri, poi conclusasi con un'archiviazione. Furono indagati il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto e il Guardasigilli, Angelino Alfano.

GIULIANO FOSCHINI

domenica 7 marzo 2010

Operazione Valchiria di Bryan Singer (ma non solo)

"Voi non portaste il peso della vergogna. Avete resistito". E' da ieri che mi frulla in testa questa frase. Ovvero da quando ho finito di vedere "Operazione Valchiria" di Bryan Singer. Il film si conclude proprio con questa epigrafe, scritta sul monumento ai caduti della Resistenza tedesca, a Berlino. Continua così: "Sacrificando la vostra vita per la libertà, per il diritto e per l'onore".

Operazione Valchiria era il nome in codice, utilizzato ai tempi della Germania nazista, per indicare una serie di provvedimenti che avrebbero dovuto essere presi in caso di grave ed improvvisa emergenza nazionale. E quale più grave ed improvvisa crisi di stato, per il Terzo Reich, della morte del suo indiscusso leader Adolf Hitler? Proprio per questo motivo, l'Operazione Valchiria è passata alla storia per essere stata utilizzata come ultima fase di un tentativo di colpo di stato, avvenuto nel luglio del 1944. In quei giorni, un piccolo e sparuto manipolo di eroici cospiratori (uomini politici dell'opposizione, alte classi dell'esercito, componenti dell'amministrazione pubblica), intenzionati a salvare il proprio paese dalla rovina definitiva, organizzarono nei minimi dettagli un attentato alla vita di Hitler. L'attentato, effettivamente, venne portato a termine e, nelle ore immediatamente seguenti, i cospiratori fecero scattare l'Operazione Valchiria, nel tentativo di prendere il controllo della Germania, prima che lo facessero le SS o la Gestapo. Purtroppo, tutti sappiamo che Hitler non venne mai ucciso quel giorno. Si salvò miracolosamente e anche il resto dell'operazione fallì a causa di svariati contrattempi e difficoltà minime. Piccoli dettagli che però, uniti alla codardia e alla conseguente esitazione di parecchie persone che ebbero la possibilità di scegliere se aiutare i cospiratori o mettersi in mezzo, portarono in breve tempo all'arresto di tutti i golpisti e alla loro successiva fucilazione. La storia ci insegna quello che accadde dopo.

Non conoscevo la trama di Operazione Valchiria, quando ho pensato di vederlo. E' stata una bella sorpresa. Soprattutto, come sempre mi accade, la visione del film si è rivelata perfettamente in tema con il periodo. Proprio stamattina, infatti, mi trovavo insieme a pochi altri (purtroppo) di fronte alla Prefettura, per commemorare le vittime della prima strage di stato dell'Italia repubblicana, avvenuta il 7 Marzo del 1947 qui a Messina. Abbiamo deposto un fiore sulla lapide (mai inaugurata volontariamente, come ci è stato confermato da chi ha vissuto quel periodo) e abbiamo letto qualche brano di un libro che racconta l'accaduto. Subito dopo, ci siamo spostati di fronte al cancello della Prefettura, per protestare contro il decreto salva-Polverini, come è stato subito ribattezzato.

E' veramente comico come in questo paese ci siano due/tre assurdità diverse per le quali manifestare ogni giorno. Ma è altrettanto comico, o forse sarebbe meglio dire grottesco, il vedere come, ogni giorno, sempre meno sono le persone che se ne rendono conto. Ma torniamo alla frase iniziale: "Voi non portaste il peso della vergogna. Avete resistito. Sacrificando la vostra vita per la libertà, per il diritto e per l'onore". Ora, è ovvio che nessuno, attualmente, ha la necessità di sacrificare la propria vita per i propri valori. Nonostante si viva in Italia. Ci si dovrebbe chiedere, però, due cose.

Primo: quanto tempo passerà prima di arrivare a quel punto? Oggi Diego mi ha detto: noi, avendo avuto il fascismo, dovremmo avere degli anticorpi pazzeschi. Invece qui sembriamo tutti tanti ingenui bambinetti, pronti a credere alle favole. Vediamo tutto quello che succede e pensiamo sempre che sia una buona ragione per tutto. Prendiamo ad esempio il decreto salva-Polverini. Si è vero, probabilmente delle elezioni nelle quali una delle due parti politiche predominanti è esclusa e, quindi, nelle quali l'altra parte vince praticamente a tavolino, sono un po' una farsa. Ma siamo sicuri che, se il problema si fosse verificato per una lista civica di cittadini liberi esterni ai partiti, il governo sarebbe immediatamente intervenuto con un decreto per riportare la democrazia? Penso di no. Quando un semplice cittadino sbaglia le regole si attuano sempre, mentre se sbaglia un politico o un intero partito, le regole possono anche essere cambiate in corso d'opera. Si chiama potere. E in Italia non ce l'ha il cittadino. Già da tempo. Praticamente da sempre.

Secondo: se non siamo chiamati a donare fisicamente la vita per i nostri diritti, cosa significa, ora come ora, sacrificarsi? Stamattina , parlandone sempre con Diego e con altri, siamo giunti alla conclusione che sacrificarsi significa andare avanti con tutte le proprie forze combattendo per ciò in cui si crede. Probabilmente, nel mio caso, sacrificarsi significa andare ogni giorno in facoltà a lavorare per il mio dottorato sapendo che, essendo io figlio di nessuno e non avendo alcuna raccomandazione, nella migliore delle ipotesi sarò un precario a vita. Forse, nel mio caso, significa andare avanti con il lavoro che facciamo con Energia Messinese, e fare tutto questo senza portare il peso della vergogna, ovvero senza scendere mai a compromessi e cercare strade diverse, più semplici, per poter realizzare quello in cui credo, rischiando però al contempo di snaturarmi e di perdere la mia identità. Ho preso, anche io, la mia decisione.

Un fiore per il 7 Marzo







Pubblico un articolo molto bello di un ragazzo che si sta avvicinando da poco alla realtà di Energia Messinese. E' un articolo sulla memoria. In una città in preda all'oblio, nella quale anche gli eventi storici più drammatici e gli episodi più eroici che videro protagonisti i nostri concittadini sono dimenticati, ricordare è un atto rivoluzionario.

Era il 7 Marzo del 1947 la mattina in cui esplosero i colpi. Paradossalmente in Piazza Unità d’Italia, davanti alla Prefettura di Messina. Nemmeno un anno dalla Repubblica, nemmeno due mesi prima di Portella della Ginestra. Decine di migliaia in piazza fra artigiani, impiegati, operai. Sul fronte opposto Carabinieri e Polizia. Causa della protesta le nuove imposte di consumo sui generi di prima necessità e la mancata osservanza del contratto nazionale a favore dei lavoratori industriali. I sindacati tentano invano un incontro col Prefetto, mentre fra la folla gruppi monarchico-fascista e agenti infiltrati fomentano l’agitazione popolare. Si affaccia il viceprefetto Castrogiovanni, inizia la sassaiola, i lavoratori sono un fiume in piena, incontenibili, nel panico e in netta minoranza le forze dell’ordine. “Avanti Savoia!” riecheggia così il grido di un ufficiale dei Carabinieri. Esplodono i colpi. Sulla trentina i feriti, tre uomini toccano il suolo, due non si solleveranno più: il calzolaio Giuseppe Maiorana di 41 anni, e il manovale Biagio Pellegrino di 34, entrambi militanti nel PCI. Il terzo, Giuseppe Lo Vecchio operaio di 19 anni, morirà giorni dopo all’ospedale Regina Margherita. Minimo il rilievo sulla stampa cittadina mentre in campo nazionale sorgono domande. Si apre il capitolo giudiziario, nel ’54 viene celebrato il processo, cinque fra carabinieri e poliziotti accusati non sono ritenuti responsabili del crimine. Sentenza confermata in appello l’anno seguente. Termina così la prima pagina nera della Repubblica e della Messina postbellica. Caduta nel dimenticatoio, questa vicenda è nota a pochi, solo al 40° anniversario il Comune di Messina pone una lapide nel luogo dell’accaduto senza preoccuparsi di inaugurarla. Dopo un’iniziativa spontanea proveniente dal web, l’associazione Energia Messinese abbraccia con entusiasmo la causa e invita tutti i cittadini, Domenica 7 Marzo a porre liberamente e senza vincoli di orario un fiore sulla lapide. Un piccolo gesto spontaneo a basso costo, per tenere accesa la luce della memoria; con la speranza di far conoscere la storia Messinese, quel patrimonio comune che spesso viene dimenticato, riferito male, a metà, strumentalizzato. La sconfitta la paghiamo oggi, nell’anticultura profusa da una parte consistente del circuito mediatico, nel sapere di pochi e nel silenzio di troppi, con la conseguenza, perseguita troppo spesso dal sistema dominante, di calare una coltre di oblìo su vicende che, invece, dovrebbero essere assunte con orgoglio al patrimonio civile di un comunità intera. La sconfitta la paghiamo oggi, quando non ci ricordiamo che molti dei nostri diritti nascono dal sangue di persone che per i propri ideali hanno perso la vita. E invece va coltivato il piacere di ricordarli quei martiri, perché il loro sacrificio possa ancora significare qualcosa in tempi duri in cui i diritti conquistati con anni di battaglie vengono progressivamente cancellati . Il 7 Marzo il fiore di ognuno di noi sulla lapide di Piazza Unità d’Italia può essere, e non sarà mai troppo tardi, un contributo per ricominciare su basi nuove eppure antiche un percorso di solidarietà civile.

Antonio Marchese

venerdì 5 marzo 2010

Inserire formule latex nelle immagini create con Inkscape

A volte, quando si scrive un articolo scientifico, si guarda anche all'eleganza e all'aspetto delle cose. Tra i fattori che contribuiscono all'eleganza espositiva in un articolo, quello al quale io tengo di più è la coerenza nello stile. Se nel corpo del testo utilizzo un particolare font per un simbolo o una formula, ci tengo che lo stesso font venga utilizzato anche nelle figure e nelle tabelle in cui quel simbolo o quella formula viene richiamata. Se, per quanto riguarda le tabelle, questo risultato è semplice da ottenere (dato che le tabelle si realizzano comunque in latex), per le figure si potrebbe anche uscire pazzi.

Solitamente, per realizzare le figure da inserire nei miei articoli, utilizzo Inkscape. La versione che ho attualmente installata sulla mia Sabayon è la 0.47. In questa versione, non risulta attivo il supporto al randering di formule latex all'interno delle immagini. Questo strumento è invece utilissimo proprio per ottenere il risultato suddetto. Inserendo direttamente nell'immagine il codice latex utilizzato nel corpo del testo, siamo assolutamente certi che la formula o il simbolo saranno perfettamente uguali anche nell'immagine che stiamo creando. Ci sono due metodi per inserire in Inkscape questa nuova funzionalità.

Il primo metodo, che è quello che io ho utilizzato finora, consiste nel ricompilare Inkscape con la USE flag postscript attivata. E' inoltre necessario ricompilare pstoedit con la USE flag plotutils attivata e python con la USE flag tk attivata:
$ sudo echo media-gfx/inkscape postscript >> /etc/portage/package.use
$ sudo echo media-gfx/pstoedit plotutils  >> /etc/portage/package.use
$ sudo echo dev-lang/python tk >> /etc/portage/package.use
$ sudo emerge python && emerge inkscape
Fatto ciò, riavviando Inkscape, troveremo la nuova voce "Latex formula" nel menu Extension->Render. Cliccandoci, si aprirà una finestra nella quale potremo inserire il nostro codice latex. Inkscape provvederà a farne il rendering e a inserire la formula o il simbolo definito nell'immagine in forma vettoriale. Da quel momento in poi, potremo manipolarla come un qualunque altro oggetto della nostra immagine.

Uno dei problemi di questo approccio è che non è possibile modificare la formula latex ,una volta che questa è stata inserita. Dobbiamo cancellare e rifare tutto da capo. Il secondo metodo che vi propongo risolve anche questo problema e consiste semplicemente nell'installare una estensione di Inkscape, di nome TexText, che trovate qui. Scaricate l'ultima versione del pacchetto, scompattate il suo contenuto in ~/.config/inkscape/extensions e assicuratevi sempre di aver compilato pstoedit con la USE flag plotutils attivata. In questo caso, riavviando Inkscape, troverete una nuova voce TexText nel menu Extension, dal quale inserire il vostro codice latex. L'oggetto ottenuto dal rendering può essere modificato selezionandolo e richiamando nuovamente la funzionalità TexText. Meglio di così?

domenica 28 febbraio 2010

Some Gentoo and Sabayon Tips

Se, come me, avete un overlay personale nel quale inserite gli ebuild scritti da voi o trovati in giro in rete e se vi è capitato di avere un errore di questo tipo quando utilizzate il Portage:
WARNING: One or more repositories have missing repo_name entries:

/usr/local/portage/mizar/profiles/repo_name

NOTE: Each repo_name entry should be a plain text file containing a
unique name for the repository on the first line.             
il problema sta nel fatto che il Portage non riconosce l'overlay perchè non sa come si chiama. Il trucco è creare una directory profiles nel vostro overlay e un file repo_name con un nome qualunque (anche soltanto local):
$ sudo mkdir /usr/local/portage/mizar/profiles
$ sudo echo "local" > /usr/local/portage/mizar/profiles/repo_name
Naturalmente sostituite a mizar il nome della directory nella quale avete il vostro overlay.

Se utilizzate Sabayon Linux può esservi capitato negli ultimi tempi di ricevere dal Portage una lamentela di questo tipo:
!!! The following installed packages are masked:
- dev-java/sun-jdk-1.6.0.17 (masked by: dlj-1.1 license(s))
A copy of the 'dlj-1.1' license is located at '/usr/portage/licenses/dlj-1.1'.

- net-im/skype-2.1.0.81 (masked by: skype-eula license(s))
A copy of the 'skype-eula' license is located at '/usr/portage/licenses/skype-eula'.

- dev-java/sun-jre-bin-1.6.0.17 (masked by: dlj-1.1 license(s))
- app-emulation/virtualbox-bin-3.1.0-r11 (masked by: PUEL license(s))
A copy of the 'PUEL' license is located at '/usr/portage/licenses/PUEL'.

- net-wireless/broadcom-sta-5.10.91.9.3-r3 (masked by: Broadcom license(s))
A copy of the 'Broadcom' license is located at '/usr/portage/licenses/Broadcom'.

- dev-java/sun-jdk-1.5.0.22 (masked by: dlj-1.1 license(s))
For more information, see the MASKED PACKAGES section in the emerge
man page or refer to the Gentoo Handbook.                       
In questo caso, il problema è che Entropy installa i pacchetti sottoposti a licenza bypassando il Portage, il quale, quando si accorge della situazione, giustamente si lamenta. Per risolvere inserite nel vostro file /etc/make.conf una nuova riga di questo tipo:
ACCEPT_LICENSE="dlj-1.1 Broadcom PUEL skype-eula"
Se inserite:
ACCEPT_LICENSE="*"
non avrete più problemi di questo tipo ma Portage non vi avvertirà più quando state per installare un pacchetto sottoposto a licenza d'uso.

Installare Sage su Sabayon Linux

Dopo aver combattuto per tre giorni con Mathematica su Windows, ho deciso che ne avevo abbastanza. Il mio problema era piuttosto semplice: verificare se la mia tecnica di risoluzione numerica di una classe di modelli forniva risultati corretti, confrontandola con la soluzione analitica nota. La forma analitica della soluzione non era neanche troppo complessa: un semplice integrale e qualche costante qua e la. Ma niente da fare. Sintassi incomprensibile, stalli indefiniti, errori numerici di qualunque tipo e genere. Ad un tratto, mi sono ricordato di chi sono: quando mai io ho usato Winzozz, se non nei primordi della mia adolescenza ignorante? Non c'è un'alternativa valida a Mathematica in ambiente open source? So che di MatLab esiste una versione per Linux ma, essendo contrario per principio all'utilizzo software proprietario, mi sono rifiutato di installarlo per vedere se riuscivo a cavare un ragno dal buco. Così ho domandato un po' in giro e ho travato Sage. Sage si candida come il sostituto naturale in ambiente open source per MatLab e Mathematica. In realtà, non è un vero e proprio software a sé stante ma una sorta di front end che permette di utilizzare tutta una serie di altri software matematici già presenti in Linux come Octave, Maxima, ecc.

Passiamo all'installazione. Il pacchetto per Sage non è presente sul Portage nè tanto meno su Entropy. Per installare il tutto, quindi, è necessario andare a cercare l'ebuild da qualche parte. Esiste un overlay completamente dedicato a Sage: sage-on-gentoo. Per prima cosa quindi è necessario installare l'overlay tramite layman:
$ sudo layman -L
$ sudo layman -a sage-on-gentoo
Se, come nel mio caso, layman installa gli overlay in /usr/local/portage/layman allora, dopo aver lanciato i comandi suddetti, vi ritroverete con una nuova directory /usr/local/portage/layman/sage-on-gentoo. In tale directory sono contenute, tra l'altro, le directory package.use e package.keyword con due file di nome sage al loro interno. Il contenuto del file sage presente nella directory package.keyword va copiato all'interno del vostro file /etc/portage/package.keyword oppure, nel caso in cui utilizziate package.keyword in forma di directory, sarà possibile copiare direttamente il file sage al suo interno. Tale operazione serve a smascherare i pacchetti necessari a sage per essere installato. La stessa cosa va fatta per il file sage contenuto nella directory package.use il cui contenuto va copiato nel vostro file /etc/portage/package.use. Anche in questo caso se utilizzate package.use in forma di directory potete semplicemente copiare il file sage al suo interno. Questa operazione serve per settare correttamente le USE flags affinché le dipendenze di sage vengano compilate con tutte le funzionalità necessarie.
$ sudo echo #SAGE >> /etc/portage/package.keyword
$ sudo cat /usr/local/portage/sage-on-gentoo/package.keyword/sage >> /etc/portage/package.keyword
$ sudo echo #SAGE >> /etc/portage/package.use
$ sudo cat /usr/local/portage/sage-on-gentoo/package.use/sage >> /etc/portage/package.use
Fin qui stiamo semplicemente seguendo le istruzioni contenute nella pagina principale del sito dedicato all'overlay sage-on-gentoo. Tali istruzioni non sono risultate sufficienti nel mio caso: alcuni pacchetti risultavano ancora mascherati e alcune USE flags non erano ancora settate bene.
Ho sistemato il tutto con:
$ sudo echo "net-zope/zope-i18nmessageid **" >> /etc/portage/package.keyword
$ sudo echo "sci-mathematics/maxima ecl -sbcl" >> /etc/portage/package.use
$ sudo echo "dev-libs/boehm threads" >> /etc/portage/package.use
$ sudo echo "dev-libs/boehm threads" >> /etc/portage/package.use
Ora potete partire con la compilazione di sage con un bel
$ sudo emerge sage
Mettetevi comodi ci vorrà un po' di tempo.

PS: se la compilazione fallisce provate a settare la USE flag thread anche per il pacchetto media-gfx/tachyon e a selezionare l'implementazione atlas per le librerie lapack tramite:
$ sudo eselect lapack set at

venerdì 26 febbraio 2010

Per il Tg1 Mills è stato assolto

Ho appena finito di vedere il servizio del Tg1 delle 13.30 sugli ultimi recenti sviluppi del caso Mills. Come spero sappiano almeno tutti i frequentatori della Rete, l'avvocato inglese David Mills è stato condannato, in primo e in secondo grado, a quattro anni e mezzo di reclusione per la falsa testimonianza resa ai Pubblici Ministeri di Milano che indagavano sul caso All Iberian e sulla corruzione di alcuni ufficiali della Guardia di Finanza. La falsa testimonianza, secondo le sentenza della Procura di Milano, è stata resa al fine di favorire l'attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed è stata pagata profumatamente con circa 600 mila dollari.

Ieri la Corte di Cassazione ha messo la parola fine al caso (almeno parzialmente) annullando le sentenze precedenti per sopravvenuta prescrizione del reato. Secondo la sentenza della Corte, il reato sarebbe stato commesso in data 11 novembre 1999 (ovvero nel momento in cui l'avvocato fornisce le istruzioni per il trasferimento del denaro), e non il 29 febbraio 2000 (ovvero il giorno in cui il denaro effettivamente viene trasferito) come sostenuto fino al secondo grado di giudizio. Ora, il reato è prescritto ma il colpevole rimane tale. Mills, infatti, non è stato prosciolto nel merito e, così come è stato chiesta dal sostituto Procuratore generale della Cassazione Ciani, dovrà risarcire la Presidenza del Consiglio per il danno all'immagine e per l'intralcio al corretto funzionamento della giustizia prodotto dalla sua reticenza.

Al di là dell'ironia della sorte (il corrotto che deve rimborsare il corruttore non si è mai visto neanche nei peggiori film), non credo proprio che una persona innocente venga solitamente obbligata a sborsare altri soldi a causa del processo che ha dovuto subire. Anzi solitamente una persona che è stata proclamata innocente, viene risarcita o quanto meno non è tenuta al pagamento delle spese legali. Ecco, invece, Mills sarà tenuto anche a quello. Mi è piaciuto molto il commento del presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, il quale ha dichiarato: "Dalla sentenza della Corte di Cassazione al processo All Iberian si evincono due fatti definitivi e incontrovertibili: Silvio Berlusconi ha corrotto David Mills e lo stesso Mills (come presumibilmente anche Berlusconi nel processo che riprende sabato) l'ha fatta franca solo perché il corruttore si è fatto una legge ad personam che ha diminuito i tempi di prescrizione. In ogni paese civile un Presidente del Consiglio per molto meno si sarebbe dimesso. Invece nel centrodestra c'è chi festeggia e tarocca la sentenza facendola passare per assoluzione. Berlusconi va sconfitto politicamente, ma va anche denunciato con forza il tentativo di mistificazione della verità che i suoi giornali, le televisioni di sua proprietà e quella pubblica che controlla direttamente e i suoi più stretti collaboratori stanno compiendo in queste ore". Niente da eccepire: finalmente un politico che parla chiaro e tondo. Non ce ne sono molti.

Purtroppo, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini probabilmente non è d'accordo con questa interpretazione, dato che, come dicevo, mi sono dovuto sorbire un servizio veramente scandaloso. Le parole "assoluzione", "assolto" e roba del genere sono state ripetute con vomitevole frequenza in modo che non venisse dato adito a dubbi, mentre la parola "prescrizione" è stata utilizzata una sola volta, in una frase sbrigativa e poco chiara, probabilmente per tenersi al riparo da eventuali problemi. Se fosse stato solo per Minzolini certamente non ci sarebbe stato alcun motivo per pronunciarla. Al danno che i cittadini per bene devono subire, vedendo che i ladri la fanno sempre franca mentre chi fa le spese di tutto sono sempre loro, si aggiunge la beffa della presa in giro e della mistificazione della verità. In questi giorni mi è capitato di essere spesso in macchina e di sentire molti giornali radio. La serie di notizie che ero costretto a sentire mi hanno portato a pensare che in nessun altro paese tali giornali radio avrebbero potuto mai essere trasmessi: lo scandalo Telecom-Fastweb, un senatore della Repubblica coinvolto con la 'ndrangheta (Di Girolamo) e i commenti assurdi sulla situazione, il petrolio che avanza nel Po' verso l'Adriatico, gli strascichi dello scandalo sulla Protezione Civile, la sentenza Mills. Assolutamente assurdo in qualunque altro paese. E c'è ancora gente che si interroga se la situazione attuale possa essere paragonata allo scoppio di Tangentopoli più di dieci anni fa. Qua il problema non è se si può parlare di nuova Tangetopoli oppure no. Il problema adesso e sempre è se i colpevoli verranno condannati o la faranno franca: dagli ultimi sviluppi pare proprio che la faranno franca.

sabato 20 febbraio 2010

Il Mito sparente

E' sorprendente come, a volte, accadono delle cose che ti rimangono in testa. Ed è ancora più sorprendente come, quando qualcosa ti rimane in testa, subito dopo accade qualcos'altro e poi qualcos'altro ancora e poi ancora, fino a quando non ti formi un'opinione su un concetto. Ecco allora che scatta il post sul blog.

L'altro giorno, eravamo fuori dalla chiesa del Ringo, dopo aver assistito alla celebrazione del Mercoledì delle Ceneri. Classiche frasi: cosa facciamo, dove andiamo, dai facciamo qualcosa! Io e Sandro allora scattiamo insieme nella (per noi assolutamente classica) litania fanciullesca alla Jim Morrison: "Dai! Fondiamo una religione! Dai, dai! Di più, di più!". Federica, che era li accanto a noi, ci ha presi per pazzi. Io me ne sono accorto ma poi la pioggia ci ha impedito di parlarne. La cosa mi è tornata in mente ieri, mentre guardavo questo video sul sito del Fatto Quotidiano:




Vi consiglio di guardarlo direttamente dal sito del MisFatto perché c'è la versione completa. Anzi vi consiglio di guardare anche la sezione dal titolo "Il barzellettiere": semplicemente inquietante.
Comunque....

Stavo dicendo, guardo questo video e mi viene in mente quella situazione davanti al Ringo nonché alcune altre cose che racconterò a breve. Penserete che sono pazzo e che non ho niente da fare (e non ci andreste lontani), però la cosa ha un senso. Il video di Verdone, infatti, parla della decadenza del Mito nella nostra società. Carlo racconta di come, un giorno (fine anni sessanta), gli sia capitato di incontrare per strada Gian Maria Volontè (se non sapete chi è Gian Maria Volontè allora è inutile che continuate a leggere questo post... no scherzo!) e di come si sia avvicinato, rispettosamente e timorosamente, per fargli i complimenti. Subito dopo, fa un parallelo con un episodio in cui la situazione si capovolge: questa volta è lui l'attore famoso che viene avvicinato da un fan. Solo che questa volta il fan è un burino romano che praticamente aggredisce Carlo e lo costringe a telefonare ad un amico per fargli una delle sue classiche voci. Carlo racconta anche di un episodio che vede protagonista Alberto Sordi e fa notare, con un atteggiamento abbastanza auto-ironico, come da Gian Maria Volontè e Alberto Sordi si sia "scesi" a Carlo Verdone nella classifica del Mito.

E allora qui cominciano le associazioni di idee. Intanto ho pensato subito a come, pochi anni di distanza tra me, Sandro e Federica, possa comportare una differenza, a volte anche notevole, nel linguaggio e nei punti di riferimento culturali, magari anche solo nell'ambito del mondo dello spettacolo. Se chiedi a qualcuno della mia età se ha visto il film "The Doors" (o se conosce almeno Jim Morrison) penso che una buona percentuale risponderà di si e avrà presente la scena di cui sopra. Già pochi anni e la percentuale si abbassa. Questo ovviamente, di per se non significa nulla. E' ovvio che, nello scorrere degli anni, i modelli culturali, le icone e (appunto) il Mito si modifichino e si evolvano. Inoltre, a parità di età, tutto dipende anche dall'ambiente culturale in cui si è cresciuti, dalle persone che si è frequentate, dalle esperienze. Non si può essere troppo superficiali. Penso però che una cosa sia innegabile. Il Mito, inteso come modello culturale, come riferimento, come avanguardia, come agente che modifica la realtà e la rende più ricca, non si sta solo modificando. Sta sparendo.

Verdone fa notare come, nella società attuale, la visibilità viene data ai "senza talento". E qui mi viene in mente un'altra cosa su cui ho ragionato un po' di recente: il trailer del film "Genitori & Figli, agitare bene prima dell'uso". Penso che ce l'avrete tutti presente: quel film in cui Andrea Facchinetti, nella parte del figlio, dichiara "Sei milioni di italiani guardano il Grande Fratello! Siamo tutti dei coglioni?" e i suoi genitori, Michele Placido e Margherita Buy, gli rispondono in coro un sonoro "SI!". Al di là della speculazione ricorsiva da parte del mondo dello spettacolo, che è capace di criticarsi e prendersi in giro, solo ed esclusivamente per incrementare ancora di più gli introiti senza alcuna volontà di cambiamento effettiva, sicuramente questa scena fa riflettere. Forse sono io che frequento molte persone che non fanno altro che parlare di Grande Fratello, di Mauro, Veronica e altri che non so assolutamente chi siano, però è innegabile che in Italia negli ultimi anni fra i ragazzi e le ragazza della mia età o più piccoli non ci sia molto di cui parlare se non di quello. Quali altri modelli, quali altri Miti vengono forniti?

Prendiamo ad esempio il festival di San Remo, che ovviamente io sto boicottando e ignorando con tutte le mie forze (non che ci sia bisogno di un grosso impegno). Come tutti sappiamo, Morgan è stato cacciato e gli è stato impedito di partecipare al festival per aver fatto una battuta (sicuramente infelice) sul suo consumo abituale di cocaina. Io lo chiamerei il festival di San Ipocrisia ovviamente ma non è questo il punto. Il punto è che, mentre un cantautore con un innegabile talento (naturalmente non è che Morgan sia un genio ma lo sto prendendo come esempio perchè il caso è noto) è stato escluso dal festival per un motivo opinabile, assolutamente nessuno si è opposto, o sta discutendo (parlo di un'attenta analisi della situazione e non del gossip), sul fatto che Emanuele Filiberto abbia avuto la possibilità di presentarsi sul palco dell'Ariston, insieme a Pupo, come se fosse un vero artista quando invece non è assolutamente nessuno. Tanto è vero che, almeno, hanno avuto la decenza di buttarli fuori subito. (EDIT: O mio Dio, mi hanno appena detto che sono stati ripescati e sono in finale! Che vomito.)

E di questi episodi potrei raccontarne infiniti. La verità purtroppo è che, come dice Verdone, il nostro è un mondo di "senza talento" e in realtà, se ci pensate, la definizione si estende non solo al
mondo dello spettacolo. Prima c'era Moro, De Gasperi, Sturzo, Pasolini, Bobbio, Sciascia, Biagi, De Andrè, Rino Gaetano. Ora chi c'è? Calderoli? Vespa? Emanuele Filiberto? Un altro paio di decenni e non avremo più Miti veri grazie ai quali emozionarci, riflettere, analizzare il mondo e renderlo migliore.

Anobii: la libreria 2.0

Come vedete qui a destra è apparso un nuovo elemento grafico ad arricchire ancor di più il mio blog. E' la mia libreria Anobii. Cos'è Anobii? E' uno dei siti e degli strumenti migliori che io abbia scoperto nell'ultimo periodo soprattutto per quelli come me che leggono molto (o quanto meno ci provano).

Anobii.com è un vero e proprio social network, dotato però di una caratteristica particolare che lo rende differente dagli altri suoi simili come Facebook o Twitter. E' un social network tematico e in particolare è dedicato ai libri, alla lettura e allo scambio di idee e consigli letterari. Il mio essere, in fondo, un intellettuale snob mi fa dire che Anobii è il miglior social network che si possa immaginare (fino a quando non ne troverò uno cinematografico).

Quando ci si iscrive su Anobii si ha la possibilità di creare la propria libreria virtuale con i libri che si possiede, che si è letti, che si sta leggendo in quel momento o semplicemente che si desidera acquistare prima o poi. Inserire un libro è facile e veloce: basta inserire il codice ISBN e il sistema riconoscerà automaticamente il libro e l'edizione e lo aggiungerà alla Libreria o alla Lista dei desideri. Se poi si possiede un iPhone come me allora il tutto è veramente immediato: grazie ad una grandiosa applicazione è possibile semplicemente passare l'iPhone su codice ISBN del libro e automaticamente questo sarà aggiunto al proprio account Anobii. Geniale.

Come su Facebook o Twitter esiste il concetto di "amicizia" ovvero è possibile seguire le letture dei propri amici, scambiarsi i libri e chiacchierare sulle ultime novità sui propri scaffali. Esiste anche il concetto di "vicinanza": se navigando su Anobii notate che qualche altro utente ha i vostri stessi gusti letterari potete decidere di seguire le sue letture anche se in realtà non lo conoscete. In questo modo si possono conoscere persone nuove grazie all'accomunata passione per la lettura.

Ho scritto questo post per consigliare ai miei occasionali lettori questo interessantissimo sito. Se credete anche voi che la vita è troppo complessa per essere capita totalmente e il mondo troppo vasto per essere ammirato in ogni suo angolo, ma che i libri possono essere una buona soluzione al problema, allora Anobii.com è il sito che fa per voi.