mercoledì 21 dicembre 2011

Valgrind e Sabayon

Per lavoro sono costretto a programmare in C++ e Valgrind si è rivelato essere un ottimo alleato soprattutto nel momento in cui ci si trova costretti a combattere con problemi riguardanti l'allocazione della memoria.

Nelle ultime versioni di Sabayon ho però riscontrato un problema che impedisce a Valgrind di funzionare correttamente. Se quando avviate Valgrind avete un output simile al seguente:

$ valgrind ls

==30502== Memcheck, a memory error detector
==30502== Copyright (C) 2002-2009, and GNU GPL'd, by Julian Seward et al.
==30502== Using Valgrind-3.5.0 and LibVEX; rerun with -h for copyright info
==30502== Command: ls
==30502== 

valgrind:  Fatal error at startup: a function redirection
valgrind:  which is mandatory for this platform-tool combination
valgrind:  cannot be set up.  Details of the redirection are:
valgrind:  
valgrind:  A must-be-redirected function
valgrind:  whose name matches the pattern:      strlen
valgrind:  in an object with soname matching:   ld-linux-x86-64.so.2
valgrind:  was not found whilst processing
valgrind:  symbols from the object with soname: ld-linux-x86-64.so.2
valgrind:  
valgrind:  Possible fixes: (1, short term): install glibc's debuginfo
valgrind:  package on this machine.  (2, longer term): ask the packagers
valgrind:  for your Linux distribution to please in future ship a non-
valgrind:  stripped ld.so (or whatever the dynamic linker .so is called)
valgrind:  that exports the above-named function using the standard
valgrind:  calling conventions for this platform.
valgrind:  
valgrind:  Cannot continue -- exiting now.  Sorry.


allora vi conviene seguire i consigli che potete trovare qui. Fondamentalmente, quello che è necessario fare è:
  • Aprire il file /etc/entropy/client.conf;
  • Inserire la riga "splitdebug = enable" alla fine del file;
  • Reinstallare glibc (sudo equo install glibc);
  • Eliminare la riga appena aggiunta dal file /etc/entropy/client.conf.
In questo modo le librerie glibc verranno reinstallate con i simboli per il debug che è proprio quello che serve a Valgrind per funzionare correttamente.

sabato 10 dicembre 2011

Problemi audio con Sabayon

Sembra che uno dei passatempi preferiti di Sabayon sia distruggere la configurazione audio di KDE e Pulseaudio ogniqualvolta si effettui un aggiornamento.

Se improvvisamente l'audio del vostro sistema risultasse inspiegabilmente muto anche se i volumi di KMix sembrano tutti correttamente impostati quello che vi consiglio di fare è:

  • Andate nel menu di KDE e cliccate su "System Settings";
  • Cliccate su "Multimedia" nella sezione "Hardware";
  • Sotto "Phonon" cliccate su "Audio Playback" e portate la voce "Internal Audio Analog Stereo" alla prima posizione della lista. Ripetete la procedura per ogni sottovoce di "Audio Playback": "Notifications", "Music", e così via.
  • Prestate attenzione ad effettuare questa procedura anche e soprattutto per la voce principale "Audio Playback". Se non lo fate, potrebbe succedervi di ritrovarvi con i video di Youtube inspiegabilmente silenziosi e soprattutto insopportabilmente lenti senza capirne il motivo e spendere un intero pomeriggio per cercare di trovare la soluzione al problema immaginando che la cosa riguardi il plugin Flash di Adobe quando invece questo non c'entra assolutamente nulla (poverino).


lunedì 21 novembre 2011

Fastidioso beep in Chromium

Se anche voi vi siete accorti che, quando utilizzate il tasto backspace nella barra degli indirizzi di Chromium e la barra è vuota, il nostra amato browser produce un fastidiosissimo beep che non sapete come disattivare, allora vi farà piacere sapere che esiste una soluzione e che la colpa non è degli sviluppatori Google ma di una impostazione di default inserita nelle nuove versioni delle librerie Gtk.

Per disattivare il fastidioso beep basta inserire nel file nascosto .gtkrc-2.0 che trovate nella vostra home la seguente riga:

gtk-error-bell = 0

Salvate il file, riavviate e dite addio al malefico beep.

domenica 20 novembre 2011

Di(s)missioni

Riflessioni ed Appunti  dal consiglio comunale del 16/11/2011:
Non c’e altra economia a Messina se non quella alimentata dalla speculazione edilizia. Mentre nel porto ci sono due navi da crociera e in giro per la città ci sono turisti come cani smarriti che non sanno dove andare, noi continuiamo a basare la nostra economia sui palazzoni. Non è concepibile che lavoratori di una impresa che niente ha a che vedere con l’edilizia siano costretti a basare il loro futuro e quello dei loro figli sulla speculazione. A Messina abbiamo solo imprenditori con i soldi degli altri. Imprenditori che non hanno idea di come innovare, portare avanti le loro aziende, che parlano di rischio e vogliono invece solo garantite le loro rendite. Non ci sono strumenti adatti a impedire a questi mercenari di fare ciò che vogliono. Dove sono i sindacati? Quel è la posizione della CGIL in merito? Dov’è il PD, assente ingiustificato come sempre?.
Il consigliere Saglimbeni dichiara di votare la delibera nonostante già immagini che l’imprenditore non abbia alcuna intenzione di preoccuparsi del futuro dei suoi lavoratori ma sia interessato solo all’operazione immobiliare. Come dire: siamo dei pupi di pezza e ce ne vantiamo. Trischitta dice che l’unico obbiettivo doveva essere quello di mantenere la fabbrica dov’è per ragioni storiche ed economiche. Precisa inoltre che se non si fosse presa la decisione di chiudere la Molini Gazzi per questioni sempre riconducibili a speculazione edilizia non si sarebbe creato un precedente che ha poi portato ad una sentenza del TAR e a questa situazione.
Questa classe politica nelle persone dei singoli consiglieri comunali non è in grado di svolgere il proprio compito. Sarebbe facile dichiarare che la mancanza di decisione è dovuta a interessi personali ma in realtà traspare più che altro una complessiva incapacità, inettitudine. Al di la delle indicazioni di dirigenti di partito o di poteri forti extra-consiliari traspare che ogni testa è un tribunale e di solito non particolarmente brillante.

giovedì 13 ottobre 2011

Case e casse vuote

L'obiettivo principale del Comune di Messina nella vendita del terreno su cui attualmente sorgono gli ex Magazzini Generali (domani si apriranno le buste con le offerte e si aggiudicherà l'appalto) e su cui dovrà sorgere un palazzone di 8 piani è sostanzialmente fare cassa. Qualcuno addirittura se ne rallegra.

Non sarebbe più semplice valorizzare la risorsa rappresentata dai croceristi e dai turisti che ogni estate affollano le nostre spiagge promuovendo una politica di sviluppo turistico, artistico, storico, culturale? E' troppo complicato valorizzare gli innumerevoli punti di interesse della città (zona falcata, forti umbertini, musei già esistenti o - se si ha un minimo di intelligenza - di semplice ideazione e realizzazione, tante zone archeologiche dimenticate come - solo per dirne una - il Monastero di Santa Maria del Gesù a Ritiro abbandonato ai rovi e tante altri attrazioni assolutamente sconosciute ai più)?

Tali punti di interesse potrebbero essere dati in gestione dal Comune a cooperative o società private e il Comune potrebbe guadagnare una percentuale degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso o dalla proposta di pacchetti di visite guidate che portino i turisti a scoprire le bellezze paesaggistiche, storiche, artistiche, culturali del nostro martoriato territorio contribuendo nel contempo allo sviluppo di una economia sana e sostenibile.

Esiste un assessore al Turismo a Messina? Se esiste, cosa fa dalla mattina alla sera? Come mai i principali beni di cui sopra passeranno o sono già passati sotto la diretta gestione della Regione Sicilia? E' forse perché il Comune, nelle persone dei sindaci e degli assessori che si sono succeduti negli anni, non hanno saputo riconoscere di essere in possesso di una ricchezza inestimabile e qualcuno dall'alto ha pensato bene di toglierla loro di mano prima che potessero svegliarsi e scoprire di avere un tesoro a loro disposizione?

E ancora, chi sono le famiglie che avranno vantaggio da tale situazione? Quanto costeranno gli appartamenti che verranno costruiti sopra gli ex Magazzini Generali? Chi potrà permettersi di andarci a vivere? Sono sempre i soliti noti di cui si parla forse anche troppo ma che continuano a fare il loro comodo perché sanno che in fondo la città se ne disinteressa. I palazzinari sono stati, sono, sfortunatamente saranno, i principali interlocutori delle istituzioni in una città dove le case - e le casse - sono vuote e dove nonostante ciò continua a costruire.

Come cantava qualcuno "le case vuote puzzano di marcio e di sconfitta". In questo caso il marcio è nelle istituzioni, la sconfitta è dei cittadini.

mercoledì 12 ottobre 2011

Auguri Montale

Twitter ha portato alla mia attenzione il fatto che oggi è il compleanno di Eugenio Montale, nato a Genova il 12 Ottobre 1896. Tra i poeti studiati a scuola è sicuramente il mio preferito.

Ricordo con particolare affetto la poesia "Forse un mattino andando in un'aria di vetro":
     
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.



Auguri Eugenio.

lunedì 15 agosto 2011

Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia

"Al di là della morale e della legge, al di là della pietà, era una massa irredenta di energia umana, una massa di solitudine, una cieca e tragica volontà: e come un cieco ricostruisce nella mente, oscuro ed informe, il mondo degli oggetti, così don Mariano ricostruiva il mondo dei sentimenti, delle leggi, dei rapporti umani. E quale altra nozione poteva avere del mondo, se intorno a lui la voce del diritto era stata sempre soffocata dalla forza e il vento degli avvenimenti aveva soltanto cangiato il colore delle parole su una realtà immobile e putrida?"
Ho trovato questo libro alla Fiera di Messina circa una settimana fa. I libri mi si presentano sempre casualmente. Sono loro a trovare me e non viceversa. Avevo appena finito di leggere "A ciascuno il suo" e avevo intenzione di comprare anche questo. E, come sempre accade, eccolo lì ad aspettarmi, unico libro di Sciascia su tutto il bancone. 
Lo leggo in un periodo particolare. Non che nella mia vita non ci siano periodi particolari. Forse è solo il fatto che in questo tempo di "dolce far niente" sono più ricettivo rispetto al normale. Qualunque sia la causa, non posso non notare un parallelismo tra la mia vita personale e la storia della Sicilia. Credo, che in fondo, ognuno di noi possa sentire che, nelle parole di Sciascia, si sta parlando anche un po' di lui e della sua vita. Le nostre esperienze, il nostro modo di crescere, la nostra educazione, ci condizionano a tal punto che a volte noi stessi siamo i primi a gettare via la speranza di riscatto, di felicità (o almeno di serenità) che, mi dicono, dovrebbe toccare a tutti.
Parlando della storia della Sicilia con le persone più disparate, ho sempre criticato l'atteggiamento del siciliano medio e soprattutto dei cosiddetti "sicilianisti". Il loro principale cavallo di battaglia è: "lo statuto siciliano non è mai stato veramente attuato a causa di ben precise ed opportunistiche scelte politiche che hanno sempre impedito alla Sicilia di rifiorire e che hanno provocato il continuo perpetrarsi del disagio e dell'arretratezza in cui ci ritroviamo adesso" o anche "non si può non guardare indietro per spiegare quello che viviamo adesso, le cause della attuale situazione siciliana vanno cercate in una storia di soprusi, di sfruttamento e in una ben pianificata strategia politica". Ho sempre risposto a queste argomentazioni in maniera critica e, in occasione dell'incontro con Donato Di Donna, ho riscontrato che non sono il solo a dire: "sono tutte scuse, rimbocchiamoci le maniche". 
Come mai non riesco a fare lo stesso con me?

P.S.
O anche un più banale:
"Damn my situation and the games I have to play
With all the things caught in my mind
Damn my education I can't find the words to say
About all the things caught in my mind"
(Don't go away - Noel Gallagher)

giovedì 30 giugno 2011

Appartenenza (ovvero pulitura del monastero di S.Maria di Gesù)


Uno dei mali peggiori che attanagliano la nostra città è la completa assenza di uno dei sentimenti fondamentali che guidano l'agire dell'uomo: il senso di appartenenza. La mancanza di tale sentimento sfocia nel menefreghismo e ha come conseguenza fondamentale lo stato di abbandono in cui versano spazi importanti della nostra città che altrove verrebbero ampiamente valorizzati.
Molto spesso si crede che la causa di ciò sia da ricercare nelle istituzioni: "il pesce puzza dalla testa" si dice spesso. In realtà noi crediamo che non sia così. Forse per ragioni storiche, peculiari della nostra città, ma molto più probabilmente per quella cecità che caratterizza la maggior parte dei siciliani e che gli impedisce di vedere al di là del proprio naso la bellezza, la ricchezza e le opportunità che hanno a disposizione, noi messinesi, semplicemente, inesorabilmente, ce ne freghiamo. Non ci rendiamo conto, cioè, che qualunque sasso, qualunque strada, fontana, scalinata, Chiesa, mattone o muro diroccato in realtà appartiene a tutti i cittadini e può (molto spesso a Messina accade) essere cimelio, eredità, di una storia antica e nobile.
E come in una casa, in cui i proprietari non si interessano costantemente di come la servitù accudisca i loro beni, la polvere insozzerà ben presto tutte le stanze, così in una città in cui i cittadini non sentono proprio ogni angolo, ogni vicolo, ogni molecola dell'aria che respirano, le istituzioni certamente si limiteranno a gestire i propri interessi o al più realizzare il minimo indispensabile per assicurarsi la rielezione alla tornata successiva. Così è Messina.
Uno degli esempi di tale stato di cose sono i resti del Monastero di Santa Maria di Gesù presso il Viale Giostra. Siamo certi, purtroppo, che la storia di questo monastero risulta sconosciuta ai più per cui riportiamo sotto quanto può essere trovato in rete con una semplice ricerca (fonte http://messinesisiamonoi.italianoforum.com):
Nel 1989 durante i lavori d'ampliamento della carreggiata stradale di Viale Giostra a Messina sono stati fortuitamente rinvenuti i resti dell'antico cenobio di Santa Maria di Gesù Superiore. A seguito del ritrovamento la Sezione per i beni archeologici ha avviato una campagna di scavi che ha portato alla luce la chiesa ad unica navata con retrostante cripta e parte dell'attiguo chiostro con al centro un pozzo. Secondo le fonti storiche locali, la fondazione del complesso abbaziale risalirebbe alla metà del secolo XII (1166?) ad opera di alcuni monaci dell'Ordine dei Carmelitani che, di ritorno dalla Palestina, si stabilirono lungo il torrente San Michele, circa due chilometri a monte della contrada "Giostra", dove edificarono un cenobio ed una chiesa, dedicata a Santa Maria del Carmelo. La località, per la presenza del monastero, venne denominata "Ritiro" ed il toponimo è tutt'oggi d'uso corrente. A seguito della scoperta del testamento di Antonello da Messina (1903), sulla base delle disposizioni in esso contenute, Gaetano La Corte Cailler, ipotizzò che la chiesa - dove peraltro nel corso del quattrocento avevano trovato sepoltura insigni personalità cittadine quali: Galeotto Bardaxi, Andreota Staiti e Antonio La Rocca - custodisse la tomba del pittore, morto nel 1479.
Se si tralasciano alcune opere di riqualificazione avvenute nel 2006, il monastero è attualmente in uno stato di completo abbandono. Poco importa se in esso sia effettivamente custodita la tomba del pittore messinese: il monastero rappresenta comunque parte importante della nostra storia e una ricchezza per l'intera città.
Navigavo distrattamente su Facebook alcune settimane fa quando mi sono imbattuto in un evento creato dall'attuale Presidente del Consiglio Comunale Pippo Previti in cui egli invita i cittadini volenterosi a darsi da fare per riportare ad uno stato degno questo luogo sopravvissuto ai terremoti e all'incuria. L'appuntamento era alle 15.30. Leggo dell'evento alle 15.00. Un giro di messaggi ed siamo già sul posto.
Oggi eravamo di nuovo lì e, sempre coordinati da Pippo Previti, abbiamo imbracciato forbici, rastrelli, pale e abbiamo lavorato alla scerbatura e alla pulizia dei vari spazi, abbiamo dissotterrato grosse pietre che si sono rivelate essere capitelli di colonne ormai scomparse, ci siamo imbattuti nei resti di un motorino probabilmente rubato che è stato poi conferito ad un furgone di Messina Ambiente giunto in nostro soccorso, abbiamo sudato sotto il sole, ma alla fine abbiamo sentito la gratificante soddisfazione di chi si prende cura di casa propria.
Sabato prossimo saremo nuovamente lì alle ore 15.00 e invitiamo tutti i cittadini liberi di Messina a darci una mano intervenendo attivamente in questa opera di riqualificazione che non è solo un semplice lavoro manuale ma è anche e soprattutto un riprendere contatto con la propria città, con la propria terra, con le proprie origini e, inesorabilmente, con il proprio futuro. Vi aspettiamo.

sabato 25 giugno 2011

Wireless lenta in modalità batteria

E' un po' di tempo che mi danno su questa cosa ma non avevo avuto un minuto per verificare come potesse essere risolta. Il problema è il seguente: quando tengo l'alimentatore collegato al mio notebook con installata Sabayon Linux, la connessione wireless va che è una meraviglia; quando stacco l'alimentatore e il notebook entra in modalità power-save la connessione diventa inspiegabilmente lenta.
Finalmente, documentandomi un pochino, mi sono reso conto della causa. La colpa è di pm-utils, un pacchetto che è installato di default su Sabayon e che fornisce il framework per la gestione energetica della macchina (tra l'altro viene utilizzato in sostituzione del vecchio hibernate-script). La configurazione responsabile del fastidioso comportamento della scheda di rete è in /usr/lib/pm-utils/power.d/wireless: in pratica, nel momento in cui si passa in modalità power-save, pm-utils attiva il Power Management della scheda wireless. 

Per rendersene conto basta staccare l'alimentatore e dare un


iwconfig | grep "Power Management

Se ottenete un


Power Managementmode:All packets received

allora effettivamente il Power Management è attivo e provoca il rallentamento della connessione.

Ovviamente, modificando un pochino lo script di cui sopra si può impedire che questo avvenga ma francamente preferisco annullarne l'effetto solo quando voglio facendo in modo che quando non ho bisogno di un'altissima velocità tutto rimanga com'è. Per farlo si può semplicemente digitare il comando:


iwconfig power off


mercoledì 9 febbraio 2011

Gestire link ed2k in remoto

Ho già dedicato un post precedente ad illustrare come gestire i link ed2k da Firefox. Oggi mi è venuto in mente di provare a replicare l'esperimento da un computer remoto rispetto a quello in cui si trova in esecuzione aMule.

Quello che si deve fare è semplicemente creare uno script di shell (ad esempio chiamato ed2k_remote.sh) contente il seguente comando:

path/del/comando/amulecmd -h indirizzo_ip -p porta_tcp -P password_amule -c "Add $1"

Ovviamente, vanno sostituiti i valori corretti per il  path del comando amulecmd (si può troavare con un semplice which amulecmd dato da shell), l'indirizzo ip e la porta della macchina sul quale è in esecuzione aMule (la porta di default è la 4712) e la password che avete inserito quando avete configurato il vostro mulo per accettare connessioni esterne. Non è molto sicuro inserire questa password in chiaro nello script quindi forse dedicherò un altro post a risolvere questo piccolo problema di sicurezza.

Una volta creato lo script basterà renderlo eseguibile (chmod +x ed2k_remote.sh) e piazzarlo da qualche parte nel proprio filesystem (io consiglio la directory /usr/local/bin). Successivamente, seguendo le istruzioni contenute in questo post, e avendo l'accortezza di utilizzare il nostro script al posto del comando e2dk, avremo la soddisfazione di comandare il nostro muletto da lontano.

mercoledì 26 gennaio 2011

Repositories di Sabayon lenti

Se avete notato una certa lentezza in entropy durante l'installazione di un qualunque pacchetto e se vi rendete conto che tale situazione è determinata da una alta latenza nell'individuazione e nello scaricamento del pacchetto stesso sui repositories potete provare a commentare la riga che inizia con

repository|sabayonlinux.org|Sabayon Linux Official Repository|
nel file /etc/entropy/repositories.conf e sostituirla con

repository|sabayonlinux.org|Sabayon Linux Official Repository|http://na.mirror.garr.it/mirrors/sabayonlinux/entropy|http://na.mirror.garr.it/mirrors/sabayonlinux/entropy#bz2
In questo modo state indicando a entropy quale repository utilizzare. Solitamente (anche se non sempre) il repository del Garr italiano è piuttosto veloce.