domenica 7 marzo 2010

Operazione Valchiria di Bryan Singer (ma non solo)

"Voi non portaste il peso della vergogna. Avete resistito". E' da ieri che mi frulla in testa questa frase. Ovvero da quando ho finito di vedere "Operazione Valchiria" di Bryan Singer. Il film si conclude proprio con questa epigrafe, scritta sul monumento ai caduti della Resistenza tedesca, a Berlino. Continua così: "Sacrificando la vostra vita per la libertà, per il diritto e per l'onore".

Operazione Valchiria era il nome in codice, utilizzato ai tempi della Germania nazista, per indicare una serie di provvedimenti che avrebbero dovuto essere presi in caso di grave ed improvvisa emergenza nazionale. E quale più grave ed improvvisa crisi di stato, per il Terzo Reich, della morte del suo indiscusso leader Adolf Hitler? Proprio per questo motivo, l'Operazione Valchiria è passata alla storia per essere stata utilizzata come ultima fase di un tentativo di colpo di stato, avvenuto nel luglio del 1944. In quei giorni, un piccolo e sparuto manipolo di eroici cospiratori (uomini politici dell'opposizione, alte classi dell'esercito, componenti dell'amministrazione pubblica), intenzionati a salvare il proprio paese dalla rovina definitiva, organizzarono nei minimi dettagli un attentato alla vita di Hitler. L'attentato, effettivamente, venne portato a termine e, nelle ore immediatamente seguenti, i cospiratori fecero scattare l'Operazione Valchiria, nel tentativo di prendere il controllo della Germania, prima che lo facessero le SS o la Gestapo. Purtroppo, tutti sappiamo che Hitler non venne mai ucciso quel giorno. Si salvò miracolosamente e anche il resto dell'operazione fallì a causa di svariati contrattempi e difficoltà minime. Piccoli dettagli che però, uniti alla codardia e alla conseguente esitazione di parecchie persone che ebbero la possibilità di scegliere se aiutare i cospiratori o mettersi in mezzo, portarono in breve tempo all'arresto di tutti i golpisti e alla loro successiva fucilazione. La storia ci insegna quello che accadde dopo.

Non conoscevo la trama di Operazione Valchiria, quando ho pensato di vederlo. E' stata una bella sorpresa. Soprattutto, come sempre mi accade, la visione del film si è rivelata perfettamente in tema con il periodo. Proprio stamattina, infatti, mi trovavo insieme a pochi altri (purtroppo) di fronte alla Prefettura, per commemorare le vittime della prima strage di stato dell'Italia repubblicana, avvenuta il 7 Marzo del 1947 qui a Messina. Abbiamo deposto un fiore sulla lapide (mai inaugurata volontariamente, come ci è stato confermato da chi ha vissuto quel periodo) e abbiamo letto qualche brano di un libro che racconta l'accaduto. Subito dopo, ci siamo spostati di fronte al cancello della Prefettura, per protestare contro il decreto salva-Polverini, come è stato subito ribattezzato.

E' veramente comico come in questo paese ci siano due/tre assurdità diverse per le quali manifestare ogni giorno. Ma è altrettanto comico, o forse sarebbe meglio dire grottesco, il vedere come, ogni giorno, sempre meno sono le persone che se ne rendono conto. Ma torniamo alla frase iniziale: "Voi non portaste il peso della vergogna. Avete resistito. Sacrificando la vostra vita per la libertà, per il diritto e per l'onore". Ora, è ovvio che nessuno, attualmente, ha la necessità di sacrificare la propria vita per i propri valori. Nonostante si viva in Italia. Ci si dovrebbe chiedere, però, due cose.

Primo: quanto tempo passerà prima di arrivare a quel punto? Oggi Diego mi ha detto: noi, avendo avuto il fascismo, dovremmo avere degli anticorpi pazzeschi. Invece qui sembriamo tutti tanti ingenui bambinetti, pronti a credere alle favole. Vediamo tutto quello che succede e pensiamo sempre che sia una buona ragione per tutto. Prendiamo ad esempio il decreto salva-Polverini. Si è vero, probabilmente delle elezioni nelle quali una delle due parti politiche predominanti è esclusa e, quindi, nelle quali l'altra parte vince praticamente a tavolino, sono un po' una farsa. Ma siamo sicuri che, se il problema si fosse verificato per una lista civica di cittadini liberi esterni ai partiti, il governo sarebbe immediatamente intervenuto con un decreto per riportare la democrazia? Penso di no. Quando un semplice cittadino sbaglia le regole si attuano sempre, mentre se sbaglia un politico o un intero partito, le regole possono anche essere cambiate in corso d'opera. Si chiama potere. E in Italia non ce l'ha il cittadino. Già da tempo. Praticamente da sempre.

Secondo: se non siamo chiamati a donare fisicamente la vita per i nostri diritti, cosa significa, ora come ora, sacrificarsi? Stamattina , parlandone sempre con Diego e con altri, siamo giunti alla conclusione che sacrificarsi significa andare avanti con tutte le proprie forze combattendo per ciò in cui si crede. Probabilmente, nel mio caso, sacrificarsi significa andare ogni giorno in facoltà a lavorare per il mio dottorato sapendo che, essendo io figlio di nessuno e non avendo alcuna raccomandazione, nella migliore delle ipotesi sarò un precario a vita. Forse, nel mio caso, significa andare avanti con il lavoro che facciamo con Energia Messinese, e fare tutto questo senza portare il peso della vergogna, ovvero senza scendere mai a compromessi e cercare strade diverse, più semplici, per poter realizzare quello in cui credo, rischiando però al contempo di snaturarmi e di perdere la mia identità. Ho preso, anche io, la mia decisione.