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giovedì 30 giugno 2011

Appartenenza (ovvero pulitura del monastero di S.Maria di Gesù)


Uno dei mali peggiori che attanagliano la nostra città è la completa assenza di uno dei sentimenti fondamentali che guidano l'agire dell'uomo: il senso di appartenenza. La mancanza di tale sentimento sfocia nel menefreghismo e ha come conseguenza fondamentale lo stato di abbandono in cui versano spazi importanti della nostra città che altrove verrebbero ampiamente valorizzati.
Molto spesso si crede che la causa di ciò sia da ricercare nelle istituzioni: "il pesce puzza dalla testa" si dice spesso. In realtà noi crediamo che non sia così. Forse per ragioni storiche, peculiari della nostra città, ma molto più probabilmente per quella cecità che caratterizza la maggior parte dei siciliani e che gli impedisce di vedere al di là del proprio naso la bellezza, la ricchezza e le opportunità che hanno a disposizione, noi messinesi, semplicemente, inesorabilmente, ce ne freghiamo. Non ci rendiamo conto, cioè, che qualunque sasso, qualunque strada, fontana, scalinata, Chiesa, mattone o muro diroccato in realtà appartiene a tutti i cittadini e può (molto spesso a Messina accade) essere cimelio, eredità, di una storia antica e nobile.
E come in una casa, in cui i proprietari non si interessano costantemente di come la servitù accudisca i loro beni, la polvere insozzerà ben presto tutte le stanze, così in una città in cui i cittadini non sentono proprio ogni angolo, ogni vicolo, ogni molecola dell'aria che respirano, le istituzioni certamente si limiteranno a gestire i propri interessi o al più realizzare il minimo indispensabile per assicurarsi la rielezione alla tornata successiva. Così è Messina.
Uno degli esempi di tale stato di cose sono i resti del Monastero di Santa Maria di Gesù presso il Viale Giostra. Siamo certi, purtroppo, che la storia di questo monastero risulta sconosciuta ai più per cui riportiamo sotto quanto può essere trovato in rete con una semplice ricerca (fonte http://messinesisiamonoi.italianoforum.com):
Nel 1989 durante i lavori d'ampliamento della carreggiata stradale di Viale Giostra a Messina sono stati fortuitamente rinvenuti i resti dell'antico cenobio di Santa Maria di Gesù Superiore. A seguito del ritrovamento la Sezione per i beni archeologici ha avviato una campagna di scavi che ha portato alla luce la chiesa ad unica navata con retrostante cripta e parte dell'attiguo chiostro con al centro un pozzo. Secondo le fonti storiche locali, la fondazione del complesso abbaziale risalirebbe alla metà del secolo XII (1166?) ad opera di alcuni monaci dell'Ordine dei Carmelitani che, di ritorno dalla Palestina, si stabilirono lungo il torrente San Michele, circa due chilometri a monte della contrada "Giostra", dove edificarono un cenobio ed una chiesa, dedicata a Santa Maria del Carmelo. La località, per la presenza del monastero, venne denominata "Ritiro" ed il toponimo è tutt'oggi d'uso corrente. A seguito della scoperta del testamento di Antonello da Messina (1903), sulla base delle disposizioni in esso contenute, Gaetano La Corte Cailler, ipotizzò che la chiesa - dove peraltro nel corso del quattrocento avevano trovato sepoltura insigni personalità cittadine quali: Galeotto Bardaxi, Andreota Staiti e Antonio La Rocca - custodisse la tomba del pittore, morto nel 1479.
Se si tralasciano alcune opere di riqualificazione avvenute nel 2006, il monastero è attualmente in uno stato di completo abbandono. Poco importa se in esso sia effettivamente custodita la tomba del pittore messinese: il monastero rappresenta comunque parte importante della nostra storia e una ricchezza per l'intera città.
Navigavo distrattamente su Facebook alcune settimane fa quando mi sono imbattuto in un evento creato dall'attuale Presidente del Consiglio Comunale Pippo Previti in cui egli invita i cittadini volenterosi a darsi da fare per riportare ad uno stato degno questo luogo sopravvissuto ai terremoti e all'incuria. L'appuntamento era alle 15.30. Leggo dell'evento alle 15.00. Un giro di messaggi ed siamo già sul posto.
Oggi eravamo di nuovo lì e, sempre coordinati da Pippo Previti, abbiamo imbracciato forbici, rastrelli, pale e abbiamo lavorato alla scerbatura e alla pulizia dei vari spazi, abbiamo dissotterrato grosse pietre che si sono rivelate essere capitelli di colonne ormai scomparse, ci siamo imbattuti nei resti di un motorino probabilmente rubato che è stato poi conferito ad un furgone di Messina Ambiente giunto in nostro soccorso, abbiamo sudato sotto il sole, ma alla fine abbiamo sentito la gratificante soddisfazione di chi si prende cura di casa propria.
Sabato prossimo saremo nuovamente lì alle ore 15.00 e invitiamo tutti i cittadini liberi di Messina a darci una mano intervenendo attivamente in questa opera di riqualificazione che non è solo un semplice lavoro manuale ma è anche e soprattutto un riprendere contatto con la propria città, con la propria terra, con le proprie origini e, inesorabilmente, con il proprio futuro. Vi aspettiamo.

domenica 7 marzo 2010

Un fiore per il 7 Marzo







Pubblico un articolo molto bello di un ragazzo che si sta avvicinando da poco alla realtà di Energia Messinese. E' un articolo sulla memoria. In una città in preda all'oblio, nella quale anche gli eventi storici più drammatici e gli episodi più eroici che videro protagonisti i nostri concittadini sono dimenticati, ricordare è un atto rivoluzionario.

Era il 7 Marzo del 1947 la mattina in cui esplosero i colpi. Paradossalmente in Piazza Unità d’Italia, davanti alla Prefettura di Messina. Nemmeno un anno dalla Repubblica, nemmeno due mesi prima di Portella della Ginestra. Decine di migliaia in piazza fra artigiani, impiegati, operai. Sul fronte opposto Carabinieri e Polizia. Causa della protesta le nuove imposte di consumo sui generi di prima necessità e la mancata osservanza del contratto nazionale a favore dei lavoratori industriali. I sindacati tentano invano un incontro col Prefetto, mentre fra la folla gruppi monarchico-fascista e agenti infiltrati fomentano l’agitazione popolare. Si affaccia il viceprefetto Castrogiovanni, inizia la sassaiola, i lavoratori sono un fiume in piena, incontenibili, nel panico e in netta minoranza le forze dell’ordine. “Avanti Savoia!” riecheggia così il grido di un ufficiale dei Carabinieri. Esplodono i colpi. Sulla trentina i feriti, tre uomini toccano il suolo, due non si solleveranno più: il calzolaio Giuseppe Maiorana di 41 anni, e il manovale Biagio Pellegrino di 34, entrambi militanti nel PCI. Il terzo, Giuseppe Lo Vecchio operaio di 19 anni, morirà giorni dopo all’ospedale Regina Margherita. Minimo il rilievo sulla stampa cittadina mentre in campo nazionale sorgono domande. Si apre il capitolo giudiziario, nel ’54 viene celebrato il processo, cinque fra carabinieri e poliziotti accusati non sono ritenuti responsabili del crimine. Sentenza confermata in appello l’anno seguente. Termina così la prima pagina nera della Repubblica e della Messina postbellica. Caduta nel dimenticatoio, questa vicenda è nota a pochi, solo al 40° anniversario il Comune di Messina pone una lapide nel luogo dell’accaduto senza preoccuparsi di inaugurarla. Dopo un’iniziativa spontanea proveniente dal web, l’associazione Energia Messinese abbraccia con entusiasmo la causa e invita tutti i cittadini, Domenica 7 Marzo a porre liberamente e senza vincoli di orario un fiore sulla lapide. Un piccolo gesto spontaneo a basso costo, per tenere accesa la luce della memoria; con la speranza di far conoscere la storia Messinese, quel patrimonio comune che spesso viene dimenticato, riferito male, a metà, strumentalizzato. La sconfitta la paghiamo oggi, nell’anticultura profusa da una parte consistente del circuito mediatico, nel sapere di pochi e nel silenzio di troppi, con la conseguenza, perseguita troppo spesso dal sistema dominante, di calare una coltre di oblìo su vicende che, invece, dovrebbero essere assunte con orgoglio al patrimonio civile di un comunità intera. La sconfitta la paghiamo oggi, quando non ci ricordiamo che molti dei nostri diritti nascono dal sangue di persone che per i propri ideali hanno perso la vita. E invece va coltivato il piacere di ricordarli quei martiri, perché il loro sacrificio possa ancora significare qualcosa in tempi duri in cui i diritti conquistati con anni di battaglie vengono progressivamente cancellati . Il 7 Marzo il fiore di ognuno di noi sulla lapide di Piazza Unità d’Italia può essere, e non sarà mai troppo tardi, un contributo per ricominciare su basi nuove eppure antiche un percorso di solidarietà civile.

Antonio Marchese

venerdì 12 febbraio 2010

Fuori e dentro il Palazzo

C'era più gente di quanto pensassi oggi al Sit-in contro la presentazione del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina di fronte al Palazzo della Cultura, in occasione della sua inaugurazione. Abbiamo cominciato in pochi ma, via via che il tempo passava e il traffico diminuiva, la gente affluiva. Certo, paragonare questa manifestazione ad uno qualunque dei presidi del movimento No-Tav o No-DalMolin fa scemare ogni ottimismo. Certo, c'erano sempre le stesse facce, le stesse persone che lottano da una vita all'interno del movimento. Certo, i ragazzi sotto i 25 anni si contavano sulle dite di una mano. Ma in fondo meglio vedere il lato positivo della cosa, giusto?

Durante il Sit-in, ho avuto modo di parlare con un fotografo che se l'è presa con me perché le persone erano poche. Mi ha detto di essere di destra e mi ha rinfacciato che il movimento No-Ponte non è aperto ad associazioni e/o partiti che, pur essendo di destra, vorrebbero partecipare più attivamente e contribuire. Prima di tutto, non ho mai capito per quale motivo il movimento No-Ponte dovrebbe essere necessariamente di sinistra (questa necessità di taggare politicamente e/o ideologicamente qualunque cosa mi ha sempre dato fastidio). In ogni caso, non ho potuto fare a meno di confermargli che aveva perfettamente ragione. Pur non essendo presente in prima persona alle riunioni organizzative, so di per certo, tramite il ragazzo che solitamente rappresenta Energia Messinese all'interno del movimento, che buona parte del tempo viene speso in discussioni e litigi relativi alla possibilità o meno di consentire ad associazioni e partiti di destra di partecipare attivamente e dare una mano. Non è la prima volta che sento cose di questo genere e credo che in questo modo non andremo assolutamente da nessuna parte.

Successivamente, ho avuto la possibilità di entrare all'interno del Palazzo proibito. E' affascinante notare con quanta facilità io sia riuscito ad entrare mentre Renato Accorinti e alcuni altri avevano perso mezz'ora a litigare con il questore, a farsi spingere, a gridare, prima di avere il permesso di mettere un piede dentro (vi consiglio di dare un'occhiata al secondo video in fondo). Dicevo, ho avuto la possibilità di entrare per dare un'occhiata e sentire una piccola parte della conferenza (il tempo di scocciarmi e uscire di nuovo). Ho sentito parlare prima il presidente della società Stretto di Messina Calarco, poi il nostro amato Sindaco Buzzanca, infine il presidente della Provincia di Messina Ricevuto. La mia prima, direi quasi folgorante, impressione è stato il distacco assoluto tra quanto accadeva fuori e quanto vedevo e sentivo dentro. Non solo una differenza di contenuti, di opinioni e/o motivazioni. No, qualcosa di più profondo. E' come se si vivesse in universi separati e incomunicabili. Loro, avvolti come bambagia nel loro potere, si muovono attraverso meccanismi oscuri. Quando li si sente parlare, bisogna prestare veramente attenzione perché ogni parola ha due, tre significati e ogni frase è un messaggio per qualcuno. A volte, non riesco a capire se mentono sapendo di mentire o se credono veramente in quello che dicono o in quello che sentono dire agli altri. Noi, d'altra parte, siamo lì che gridiamo, urliamo le nostre ragioni. Ma a volte, mi capita di pensare, urliamo anche la nostra frustrazione per non essere dentro con loro, per non avere il potere di cambiare lo stato delle cose. E subito dopo, torniamo alle nostre vite senza impatto, forse con la coscienza pulita ma sostanzialmente con un nulla di fatto. Ho l'impressione che due siano le cose: o loro vivono sulla luna oppure siamo noi a non vivere affatto. Non sono in grado di definire la sensazione in maniera più accurata ma sono certo che non è sintomo di una situazione sana. Non è sicuramente ciò che si intende quando si usa la parola politica. Rappresentazione perfetta di ciò che ho cercato di esprimere è il terzo video in fondo che mostra, tra l'altro, l'arrivo del Presidente della Regione Sicilia Lombardo e l'accoglienza festosa dei manifestanti.






giovedì 11 febbraio 2010

Contesteremo la parata pontista, renderemo visibile il no al Ponte!

In un un Palazzo della Cultura non ancora agibile e negato alla funzione per cui era stato pensato ( ad oggi neanche le associazioni musicali, che rischiano la chiusura per via dei tagli -decisi dal Governo della Regione- ai finanziamenti per le attività artistiche, vi hanno accesso) verrà presentato venerdì prossimo il progetto (che non esiste) del Ponte sullo Stretto. Nel luogo-simbolo delle incompiute, di questa città verrà illustrata l'opera che, a tutti gli effetti, si candida ad essere la più grande delle incompiute. In uno spazio blindato (e che ha a che fare con la cultura un luogo chiuso a i cittadini?) verranno forniti i dati che scandiscono i tempi dell'ennesimo massacro del nostro territorio. Noi ci battiamo da anni contro una prospettiva che abbiamo definito di devastazione ambientale, sociale e culturale. I nostri argomenti hanno trovato di recente conferma nel pronunciamento della Corte dei Conti, che ha sottolineato la disinvoltura dei dati economici, l'azzardo ingegneristico e il grave impatto ambientale della grande opera. Noi siamo abitanti di questa terra, non siamo sudditi. Per questo motivo, per confermare i tanti SI (alla messa in sicurezza sismica e d idrogeologica del territorio, al rilancio dei trasporti pubblici, alle infrastrutture utili e prossime a i cittadini) ed il solo NO (al Ponte sullo Stretto) che hanno animato le nostre recenti iniziative saremo presenti davanti al Palazzo della Cultura venerdì 12 febbraio alle ore 13 e ci renderemo visibili.

(dall'evento Facebook disponibile qui)

mercoledì 3 febbraio 2010

Sit-in del Popolo Viola: prova generale di Agorà.

Anche a Messina si è tenuto il 30 Gennaio il sit-in in difesa della Costituzione promosso dal Popolo Viola in tutte le piazze d'Italia. Pubblico, con colpevole ritardo, i video da me girati durante la manifestazione che si è tenuta di fronte al Tribunale e che, ricordo, è stata organizzata da Energia Messinese in collaborazione con alcune realtà di partito della nostra città. Anche se le persone non erano tantissime (un centinaio nella fase di picco) l'evento mi è piaciuto molto. Prima di tutto perché eravamo quasi tutti giovani. Ci si è disposti in un grande cerchio (anche per difendersi dalla pioggia battente) e sono stati letti al megafono alcuni articoli della Costituzione tra i più attinenti alla cronaca di questi giorni. Inoltre, dopo un normale imbarazzo iniziale, molti hanno preso la parola e, al megafono, hanno urlato il loro sgomento, la loro tristezza, ma anche la loro determinazione di fronte agli abomini che ogni giorno siamo costretti ad osservare. E' stata, a mio parere, la prova generale per le Agorà che Energia Messinese ha intenzione di proporre nei prossimi mesi: dei veri e propri incontri di piazza in cui si dibatterà dei temi più disparati. Il primo sarà sull'Acqua Pubblica e si terrà la notte della Cultura. Stay tuned.













giovedì 28 gennaio 2010

30 Gennaio: Sit-in in difesa della Costituzione

Anche a Messina si terrà il Sit-in in difesa della Costituzione organizzato dal Popolo Viola per sabato 30 Gennaio. L'associazione Energia Messinese desidera fortemente che anche la nostra città dica il suo si ad una politica "fatta con le mani pulite" e il suo no ad una manipolazione ad-personam della carta su cui si fonda il nostro vivere civile. Per questo Energia Messinese si è fatta promotore, insieme a numerose altre realtà cittadine, dell'organizzazione dell'evento.

Ecco la locandina:






















A Messina il sit-in si terrà di fronte al Tribunale alle ore 17.00. Raccomandiamo che sia un corteo civile e soprattutto... viola!
Diffondete a più non posso la locandina.

lunedì 25 gennaio 2010

Cineforum "Misteri d'Italia": Pasolini – Un delitto italiano

Ormai in Italia di intellettuali non se ne vede più da tempo. Il mio grande "amico" Olivero Beha aveva cercato di esprimerlo nel suo libro "I nuovi mostri" anche se in realtà si era limitato a raccontare la sua storia personale e a giustificare la sua completa sparizione dalla scena. In ogni caso, il dato resta: in Italia la categoria degli intellettuali è in via di estinzione. Non c'è più nessuno che esprima una opinione vera e sentita su nulla. Non c'è più nessuno che sia in grado di leggere la realtà, spiegarla e criticarla. Non c'è più nessuno che si oppone al potere dell'ignoranza e della superficialità. Non c'è più nessuno che dica semplicemente le cose come stanno. Ecco, Pierpaolo Pasolini probabilmente è stato l'ultimo.

L'associazione Energia Messinese continua nel suo impegno civile sul territorio con gli appuntamenti del cineforum "Misteri d'Italia". L'obiettivo del ciclo di proiezioni è quello di spingere i cittadini della nostra città a informarsi su alcuni degli aspetti poco chiari della storia italiana: delitti che non hanno mai visto la luce della verità, personaggi poco noti ai più ma con ruoli decisivi in momenti storici delicati, episodi coperti da una coltre di nebbia che non lascia intravedere il loro reale significato. Reputiamo che sia dovere di ogni cittadino, per quanto possibile, cercare tutte le informazioni necessarie a formarsi una opinione chiara e precisa su ciò che riguarda la vita pubblica del nostro paese. Insieme alla Rete, il cinema d'autore può essere utile allo scopo. Oltre a essere un piacevole modo di passare le serate.

Mercoledì 27 Gennaio verrà proiettato "Pasolini - Un delitto italiano" di Marco Tullio Giordana, film-inchiesta che dà ampio risalto alla figura di Giuseppe Pelosi, assassino di Pier Paolo Pasolini. Più che un ricordo del regista e scrittore, un’analisi della pista alternativa sul caso Pasolini: non si sarebbe trattato di un delitto passionale tra omosessuali, bensì dell’ultimo atto di un complotto ordito dal potere per eliminare un personaggio scomodo, voce critica nei confronti del governo. Ma anche nel film la questione rimane, ovviamente, irrisolta. Ricostruzione, in forma di “docu-drama” con la mescolanza di immagini “finte” e di materiale di repertorio in bianconero, del processo contro Pino Pelosi per la morte di Pier Paolo Pasolini, ucciso nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 sul lido di Ostia. Giordana e i suoi sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia non pretendono di raccontare la verità su quella morte, ma di spiegare perché quella verità non s’è mai saputa e perché la prima sentenza che condannò Pelosi per omicidio “con il concorso di ignoti” sia stata cassata nelle sentenze successive, rimossa dall’opinione pubblica, dimenticata. Nel film, montato con accorta efficacia da Cecilia Zanuso, di Pasolini si vede il volto, e si ascolta la voce, soltanto nei frammenti di repertorio. Qualcuno gli ha prestato un corpo, ma non il viso, nelle convulse e notturne sequenze dell’omicidio. Si risolve in un atto di accusa contro la putrefazione, l’indegnità, le pesanti responsabilità di una classe dirigente contro la quale in vita Pasolini s’era rivolto nei suoi scritti corsari.

Ricordo che la proiezione avverrà presso il salone della Chiesa di Porto Salvo di fronte all'ingresso laterale della Fiera alle 20.45 circa. Fate attenzione al cambio di orario rispetto alle proiezioni precedenti. Cercheremo in questo modo di dare più spazio al dibattito e contemporaneamente di "non fare troppo tardi". Qui trovate una mappa che indica la posizione corretta del posto. L'ingresso è assolutamente gratuito.

giovedì 7 gennaio 2010

Cineforum "Misteri d'Italia": Lucky Luciano

L'associazione Energia Messinese continua nel suo impegno civile sul territorio con gli appuntamenti del cineforum "Misteri d'Italia". L'obbiettivo del ciclo di proiezioni è quello di spingere i cittadini della nostra città a informarsi su alcuni degli aspetti poco chiari della storia italiana: delitti che non hanno mai visto la luce della verità, personaggi poco noti ai più ma con ruoli decisivi in momenti storici delicati, episodi coperti da una coltre di nebbia che non lascia intravedere il loro reale significato. Reputiamo che sia dovere di ogni cittadino, per quanto possibile, cercare tutte le informazioni necessarie a formarsi una opinione chiara e precisa su ciò che riguarda la vita pubblica del nostro paese. Insieme alla Rete, il cinema d'autore può essere utile allo scopo. Oltre a essere un piacevole modo di passare le serate.

Mercoledì 13 Gennaio verrà proiettato il film "Lucky Luciano" di Francesco Rosi e con Gian Maria Volontè. Senza entrare troppo nel dettaglio, per non togliere il piacere di vedere il film, basti ricordare che il Time Magazine ha inserito Luciano tra i 20 uomini più influenti del XX secolo. Luciano, inoltre, è una figura importantissima per la storia del nostro paese: si pensa che egli venne rimandato dal governo degli Stati Uniti in Sicilia per coordinare le operazioni della Mafia in vista dello sbarco degli alleati nella nostra isola nel 1945.

Ricordo che la proiezione avverrà presso il salone della Chiesa di Porto Salvo di fronte all'ingresso laterale della Fiera alle 21.30 circa. Qui trovate una mappa che ne indica la posizione corretta. L'ingresso è assolutamente gratuito.

giovedì 13 marzo 2008

I Incontro sociale Grilli dello Stretto

Domenica 16 Marzo i Grilli dello Stretto organizzano una serata in compagnia presso il ristorante l'Orso. Ci sarà un aperitivo con ampio buffet e sarà un'occasione importante per conoscere di persona Sonia Alfano la nostra candidata alla Presidenza della Regione Sicilia.