domenica 3 gennaio 2010

In 1/2 h su Craxi

Ho appena finito di vedere la puntata di oggi di "In 1/2 h". Lucia Annunziata intervistava la figlia di Bettino Craxi, Stefania. Sono stati inoltre proposti alcuni contributi inediti. In particolare alcune interviste a Bettino durante il periodo della latitanza/esilio (dipende dalle opinioni, come tutto in Italia e questo è proprio uno dei pensieri che vorrei esprimere).

Per prima cosa mi ha colpito proprio il contenuto di alcune delle dichiarazioni di Craxi. Soprattutto quelle riguardanti i suoi ex compagni di partito e il loro atteggiamento di fronte alla "persecuzione" giudiziaria di Bettino. Sono stati definiti tra le altre cose traditori, venduti, becchini. Ora l'unico pensiero che mi viene in mente è: ma a me che me ne frega? Cioè è assolutamente normale, in un paese come l'Italia, che quando inizia la tempesta i marinai cominciano ad abbandonare la nave lasciando solo il capitano. E magari lo rinnegano. Cercano di giustificare se stessi condannando gli altri. Collaborano per cercare vantaggi. C'è qualcosa di cui meravigliarsi? Ma soprattutto: ok gli amici di Craxi lo hanno abbandonato, e allora? Cosa c'entra con il merito della questione? Lui è innocente perchè sono stati gli altri che lo hanno tradito? Direi che è un po' troppo facile mettere così le cose. In merito a questo c'è un interessante articolo di Travaglio: http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/2009/12/31/i_ragazzi_dello_zoo_di_bettino.html su Voglio scendere.

Altra cosa che mi ha colpito è stato il continuo pronunciare la parola "partito". E come ci si nascondesse un po' dietro questa parola. "Se sono stati fatti degli sbagli sono stati fatti per il partito", "Sicuramente tutti hanno fatto quello che pensavano giusto per il partito". Sappiamo bene che non si fanno sbagli di quel tipo per il bene del paese o di un qualunque partito, ma solo per il bene delle proprie tasche.

Infine altra considerazione, quella che accennavo inizialmente. La figlia di Craxi dichiara che la storia si ripete e che ciò che è stato fatto a suo padre viene adesso fatto a Silvio Berlusconi. Solo che c'è una differenza: gli italiani non erano con Craxi ma sono con Berlusconi. Sorge spontanea la domanda: perchè è così? La risposta più facile che mi viene in mente è che Berlusconi ha un potere mediatico che Craxi non aveva e ha avvelenato le menti degli italiani e plasmato i loro cervelli con un unico obbiettivo: quello di renderli ignoranti. E soprattutto quello di renderli simili a lui. E come potrebbero gli esseri inferiori non adorare il loro dio che li ha creati?

Ma la considerazione finale è un'altra. Dall'ignoranza deriva l'incapacità di farsi un'opinione. Gli italiani non prendono posizione con il cervello ma con il cuore. Ragionano a simpatie ed antipatie. Non sono interessati ai fatti, alla Verità. Sono spinti da amore e odio anche quando devono prendere una posizione su qualcosa che non conoscono. Craxi è fuggito ad Hammamet? E' un esule politico perchè i giudici politicizzati lo hanno perseguitato. Qualcuno della mia generazione conosce veramente i fatti? No assolutamente. I fatti non li conoscono neanche quelli che in quegli anni c'erano e hanno visto tutto. Non li conoscono o li hanno dimenticati. E non hanno alcuna intenzione di informarsi per conoscerli. Non c'è niente da conoscere, sono i giudici che sono politicizzati. Ma io dico, ci sono delle sentenze? Ci saranno anche i fatti su cui tali sentenze si basano, ci saranno le prove, le testimonianze. Leggiamo le sentenze, guardiamo ai fatti, facciamoci un'opinione e poi parliamo di Craxi, Berlusconi e di chi volete voi. Ma non parliamo sulla base di simpatie e antipatie, sulla base del nulla. Parliamo sui fatti. Ma gli italiani sono troppo pigri per informarsi attivamente e qui la colpa è sempre della televisione berlusconiana.

Proposito per il nuovo anno: non parlare mai di ciò di cui non si conoscono i dettagli. Cercare sempre di conoscere i fatti prima di formarsi un'opinione. Sentire entrambe le campane e poi forgiarsi la propria. Lasciare le simpatie e antipatie agli ignoranti.